Per la procura di Bari, l'imprenditore Giampaolo Tarantini era l'organizzatore di un complesso sistema corruttivo finalizzato all'accaparramento degli appalti della sanità pugliese. «Organizzava l'intera struttura, curando i rapporti con esponenti delle istituzioni e con i dirigenti della Asl al fine di individuare gli strumenti necessari ad interferire sulla regolarità delle gare e altresì corrompendo i pubblici ufficiali preposti alle procedure amministrative attraverso la corresponsione di utilità varie». Stando all'ordinanza del gip relativa agli arresti di due funzionari della Asl, Vaira e Coltella, sulla scia di quello dell'altro ieri della manager Asl, Lea Cosentino, già vicina al governatore Vendola, Tarantini otteneva ciò che voleva determinando le nomine di funzionari in settori gestionali importanti della Asl di Bari perché competenti su gare e licitazioni private, garantendo e destinando «utilità» agli indagati, promettendo sue intercessioni presso politici nazionali e regionali. Utilizzava anche alcune amiche da far prostituire per ingraziarsi i funzionari.
Dalla trascrizione delle intercettazioni allegate agli atti dell'ordinanza per i due funzionari, si scopre che più personaggi vicini a Tarantini sembrano interessati agli appalti. Oltre alla Cosentino, l'imprenditore Enrico Intini ed esponenti di Finmeccanica. In unintercettazione ambientale all'Hotel de Russie a Roma, al culmine di una discussione su alcune gare nelle Asl, si fa presente che poi c'è da «accontentare» gli assessori Alberto Tedesco (già indagato, rimosso da Vendola e diventato parlamentare del Pd) e Mario Luizzo.
«L'ordinanza si inserisce all'interno della più ampia indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Bari sulla gestione della sanità pugliese, e, in particolare, scaturisce dagli accertamenti svolti in relazione ai rapporti esistenti tra l'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini e pubblici funzionari preposti alla gestione del patrimonio dell'ufficio della Asl di Bari». Proprio Tarantini viene più volte citato a causa di alcune intercettazioni dove si fa ancora riferimento a Silvio Berlusconi, nella misura in cui l'imprenditore prova a spendere il nome del presidente del Consiglio e quello del ministro Raffaele Fitto. Dice Tarantini ai pm: «Ero amico della Cosentino, ho tentato di corromperla ma senza risultati. Non voleva fare accordi per avvantaggiare altri, se doveva farlo lo faceva per me. Non mi ha consentito nemmeno di pagarle la vacanza in Sardegna, era terrorizzata dal fatto che Vendola potesse sapere che commetteva illeciti, le pagai una notte al De Russie e un biglietto Roma-Nizza per andare a Marsiglia». Tarantini spiega che la Cosentino gli chiedeva una sponsorizzazione su De Santis e Frisullo (ex vicepresidente del consiglio regionale, ndr), «che erano miei amici». Sul premier dice: «La Cosentino non mi ha mai chiesto di conoscere il presidente Berlusconi, glielo proposi io ma lei non ha mai accettato i miei inviti; solo verso febbraio-marzo 2009 manifestò interesse; ciò accadeva quando era sfumata la possibilità di diventare assessore ed era stata resa nota l'indagine su Tedesco che riguardava anche lei». E ancora: «Anche con Fitto parlai della Cosentino, proposi di organizzare un pranzo ma lui lo escluse».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.