La Sanità ligure risparmia oltre 7 milioni di euro per acquistare pacemaker e defibrillatori impiantabile, ma qualcuno, degli addetti ai lavori, storce il naso perché ai cittadini sarebbero state rifilate delle «patacche». E a rimetterci sarebbero sempre, come al solito, gli utenti.
«La centrale regionale di acquisto in Liguria - denuncia il professore Gianni Spinella, presidente di Conacuore, che coordina 123 associazioni italiane di cardiopatici - non penso abbia fatto un buon servizio ai pazienti liguri. Su una base d'asta di oltre 18 milioni e mezzo di euro se ne è spesi poco più di undici milioni. Nessuno regala niente. Troppo risparmio. Eppoi alcuni cardiologi non erano affatto d'accordo. C'è da chiedersi perché ci hanno messo mesi per dissuadersi o farsi dissuadere prima di dare, con riserve, il loro disco verde agli acquisti? Semplice. Anzi, semplicissimo. I camici bianchi volevano device di ultima generazione. Mentre dirigenti e politici volevano sbandierare, anzi "pompare", i risparmi a tutti i costi per fare vedere quanto sono bravi. In realtà una serie di pacemaker risulta addirittura fabbricata con tecnologia del 2003. Un'altra del 2004. Insomma, rifilano ai pazienti liguri delle Punto spacciandole per delle Mercedes sfavillanti. Il grande risparmio c'è stato. È vero. Ma la qualità è tutt'altro che eccellente.
Mica male per la prima gara d'appalto chiusa dalla Centrale regionale di acquisto di Lionello Ferrando. Una mazzata per Riccardo Zanella, (...)
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