Sanità, scontro in Regione sul direttore generale

(...) Il leghista Albertoni lascerà sia il ruolo di guida dell’aula che la carica di consigliere: «Ci vogliono forze nuove, dopo otto anni è auspicabile un rinnovamento e un avvicendamento. Ho messo a disposizione la mia esperienza da quando avevo 64 anni ad oggi che ne ho 72. Ma la mia carriera non è la politica». Professore di Storia delle dottrine politiche nell’Università dell’Insubria, Albertoni è stato consigliere d’amministrazione Rai (c’è chi non esclude che tornerà a esserlo) e assessore alla Cultura della Regione. Nel 2006 ha lasciato la giunta per diventare presidente del consiglio: «Il 23 giugno scadono i termini per un eventuale ricorso alla Consulta contro lo Statuto, che a settembre potrà essere promulgato. Sono soddisfatto di quel che abbiamo fatto in tema di federalismo fiscale e autonomia. La fase costituente si è chiusa e io torno a insegnare».
Una decisione che agita le acque della Lega, alla vigilia del rimpasto di giunta che definirà gli assetti futuri. Non c’è da decidere solo chi prenderà il suo posto (tra i nomi più gettonati Massimo Zanello, assessore alla Cultura, o Giulio De Capitani, se la scelta dovesse cadere su un consigliere), ma anche quel che accadrà in altri punti nevralgici per il Carroccio.
La questione più calda è la Sanità. L’inchiesta sulla Clinica Santa Rita minaccia di allargarsi anche ad altre strutture ospedaliere accreditate presso la Regione e lambisce l’assessorato più importante del Pirellone, quello che assorbe la gran parte del bilancio regionale. L’assessore è leghista, Luciano Bresciani, cardiochirurgo e già medico personale di Umberto Bossi, e il suo incarico non è in discussione. Si parla invece di sostituire il direttore generale, che attualmente è Carlo Lucchina, di area ciellina, recentemente rinviato a giudizio per un’inchiesta che riguarda l’ospedale di Varese di cui era direttore generale.
Il Carroccio vorrebbe rafforzare la sua presenza nella sanità indicando il successore di Lucchina e ha indicato Maria Cristina Cantù, direttore generale della Asl di Milano. Inutile dire che non interessa soltanto alla Lega la posizione del direttore generale della Sanità lombarda. Grandi movimenti sono in corso anche in casa azzurra. Tra i candidati che piacerebbero all’area formigoniana e ciellina Pasquale Cannatelli, dal 2003 direttore generale del Niguarda, e Stefano Del Missier, attuale direttore dell’Iref (l’Istituto della Regione di Formazione per l’amministrazione pubblica) ed ex direttore generale della Asl di Pavia. Ma in Forza Italia circolano altre candidature, come quelle di Roberto Testa (direttore generale della Asl di Bergamo ed ex dg del Fatebenefratelli e dell’Oftalmico) e di Giovanni Michiara, direttore generale dell’ospedale di Garbagnate.


I futuri vertici della sanità lombarda sono molto importanti in un momento in cui si discute sui controlli nelle cliniche e sulla loro efficacia, ma anche più in generale sul sistema degli accreditamenti e sui rimborsi in base alle prestazioni, i cosiddetti Drg finiti sotto accusa insieme alle operazioni della clinica degli orrori.

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