Marcello Zacché
da Milano
Il Santander vuole crescere nel Sanpaolo. Lo ha detto ieri lad del gruppo spagnolo Alfredo Saenz. Aprendo le «danze» sul futuro della banca torinese: con lapprovazione del bilancio sono in scadenza il patto di consultazione tra i grandi soci e il cda. Lassemblea per il nuovo vertice sarà a primavera. Ma già da settembre inizieranno le manovre. Che si intrecceranno con le opzioni strategiche sulle aggregazioni, in cui Sanpaolo si presenta da protagonista: secondo lufficio studi di Mediobanca, con 4,5 miliardi è la banca italiana con il maggior free capital a disposizione.
Ma cè altro: stiamo parlando di un gruppo complesso, governato da un patto con 5 azionisti (Santander, 3 Fondazioni e i francesi di Cnc), nessuno dominante. E con un gruppo di manager a rischio «collisione»: un presidente di peso come Enrico Salza, lad Alfonso Iozzo e due «prime donne» della finanza quali Mario Greco (che guida il polo assicurativo-previdenziale Eurizon) e Pietro Modiano, direttore generale.
Santander è il primo socio con il 9,9% del capitale. E ieri Saenz è stato chiaro: «Siamo felici della nostra quota. Credo che abbiamo preso una decisione sensata per posizionarci bene per una possibile ristrutturazione del sistema bancario italiano». Se per Sanpaolo si presentasse una buona operazione, «la sosterremmo senza restrizioni o reticenze». Il gruppo si è già mosso affidando a Citigroup il mandato di studiare possibili dossier. Tre le possibili scelte: Intesa, Mps e Capitalia. E qui iniziano i distinguo. Lasse con Intesa piace a Salza che ne ha già parlato con Giovanni Bazoli. La vicinanza politica tra i due (entrambi vicini prodiani) è stata appena cementata in ambito Abi, il cui nuovo vertice è nato sullasse Milano-Torino. Lopzione senese piacerebbe invece a Iozzo, forse anche per le sue simpatie diessine, ma si scontra con il peso che eserciterebbbe la fondazione Mps.
Infine cè Capitalia, lipotesi strategicamente più sensata, che piace a Modiano, il manager che ha lappoggio pieno del Santander. Ma che per altri aspetti è quello che si trova oggi in maggiore difficoltà. Le sua linea, quella di rafforzare la banca tradizionale (retail e corporate) su cui esercita poteri di «governo e supporto» sembra essere stata un po trascurata. Mentre la mossa importante lha fatta Iozzo, in questi mesi, che ha fortemente voluto la nascita di Eurizon, il polo dove sono state riunite le assicurazioni, la previdenza e lasset management. E dove è nato lasse con Greco, che guida Eurizon, la cui quotazione in Borsa è prevista entro il prossimo novembre.
E qui potrebbe chiudersi il cerchio: non a caso il processo di quotazione sarà monitorato dallo stesso cda. Così è stato appena deciso, come a sottolineare una stretta vigilanza sulle modalità del collocamento.
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