Roma

Dopo Sanremo Milva sceglie Brecht

Un testo reclutato nel variopinto repertorio eduardiano. Una regista dal piglio raffinato. Un bouquet di interpreti cresciuti nell’alveo della tradizione partenopea. L’insieme che ne scaturisce non potrebbe che risultare accattivante. E tale si preannuncia infatti la messinscena di Io, l’erede che Andrée Ruth Shammah presenta all’Eliseo da questa sera. A rendere vitale questa farsa tragicomica, scritta da Eduardo nel ’42 e intessuta sulle recriminazioni che il figlio del defunto Prospero Ribera avanza nei confronti dei Selciano, la famiglia che per ben trentasette anni ha ospitato il padre, ci pensano Geppy Gleijeses, Leopoldo Mastelloni e Marianella Bargilli, impegnati a ricostruire, tra toni grotteschi e «sospetti» che lasciano l’amaro in bocca, una storia di umanità prodiga di opportunismo, benevolenza, furbizia e malafede. Molto ha a che fare con i grandi protagonisti del teatro del Novecento anche il recital Brecht/Strehler - Milva canta Brecht in cartellone, da domani al Quirino: viaggio poetico e profondo nell’immaginario brechtiano dove Cristina Pezzoli ripensa la regia originaria di Strehler, immettendo spunti di contemporaneità in un quadro di esecuzioni canore e di parti recitate già di per sé perfetto e dove un’insuperabile Milva rende omaggio, con sensibile espressività, tanto all’autore tedesco quanto al grande maestro triestino scomparso dieci anni fa.
Altrettanto consigliabile è poi la visione della originale rilettura delle Eumenidi di Eschilo che Vincenzo Pirrotta (l’anno scorso artefice del fantasioso La Sagra del Signore della Nave, da Pirandello) ripropone a India da questa sera. Messo a punto nel 2004, lo spettacolo si impone come un esperimento di mescolanza tra linguaggi, forme, contenuti polimorfi, tenuti insieme grazie a un solido impianto da «cunto» siciliano che rievoca la forza della tragedia classica (mutuata attraverso la traduzione di Pasolini) e la «colora» di necessari accenti ritmici e timbri musicali. Rimanendo sul fronte della scena di innovazione va poi segnalato che sempre a India debutta, domani La casa d’argilla dell’autrice-regista Lisa Ferlazzo Natoli: veglia funebre al femminile che disegna, intorno alla perdita della madre, una mappa di relazioni, sentimenti, tensioni parentali a loro modo archetipiche e universali.
Affini al teatro di ricerca sembrano poi due nuovi allestimenti dal carattere contemporaneo. Da un lato, pensiamo a quel cinico dramma borghese che è Tradimenti di Pinter (caustica indagine sulla vita amorosa di tre protagonisti) e alla versione curata ora da Riccardo Cavallo in programma al Brancaccino da oggi.

Dall’altro, abbiamo in mente, l’operazione che il giove Tiziano Panici dedica a un testo complesso come Insulti al pubblico di Peter Handke che sarà in replica all’Argot da questa sera al 18 marzo.

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