«Sansa ci ha detto di portare via Maria»

Diego Pistacchi

«Il tribunale dei minori ci ha detto di portare via subito la bambina». Lo dice e lo ripete più volte Alexey Skripko, l’ambasciatore bielorusso in Italia durante una conferenza stampa. Lo dice senza paura di sottolineare il significato che l'affermazione porta con sé: che cioè il tribunale dei minori presieduto da Adriano Sansa ha spinto per un blitz al calar delle tenebre mentre la stessa magistratura italiana, la Corte d'appello di Genova, stava ancora ufficialmente decidendo sul ricorso della famiglia Giusto. Che la decisione di prelevare Maria, in quel modo, dall'istituto delle suore di Quinto, è stata presa con l'avallo se non anche con la spinta iniziale della magistratura genovese. «Ci siamo visti ieri pomeriggio (venerdì, ndr) - ha più volte ribadito l'ambasciatore -. E anche su consiglio dei medici abbiamo deciso il rimpatrio immediato dei medici. Sì, il nostro medico bielorusso, che ha parlato a lungo con la bambina, e anche le due psicologhe italiane che l'hanno accompagnata, ci hanno chiesto di fare il prima possibile, nell'interesse della bambina». Il blitz era dunque ampiamente programmato quando a Maria è stato impedito persino di salutare dalla finestra Alessandro Giusto, quello che lei ha sempre chiamato «papà». «Alla bambina è stato detto che sarebbe tornata a Minsk nella seconda metà della giornata - ha precisato l'ambasciatore -. Era felice di tornare, non ho sentito dire niente a proposito di suoi tentativi di mettersi in contatto con i coniugi Giusto, ma io non sono uno psicologo. Con me la bambina ha giocato a nascondino, è andata in bicicletta e sui pattini, mi ha chiesto di mangiare con lei». Ma resta la scelta di anticipare i tempi, rispetto alla Corte d'appello e anche a un possibile pronunciamento della Corte europea di Strasburgo L'avvocato che assiste il diplomatico bielorusso, Diego Perugini, spiega che «il provvedimento verso il quale è stato fatto ricorso dalla famiglia di Giusto era quello del 6 settembre emesso dal tribunale dei minori, che quel provvedimento restava comunque efficace e che soprattutto restava valido quello successivo dell'11 settembre, che non era oggetto del ricorso». Gli avvocati della famiglia di Cogoleto però spiegano che l'atto dell'11 settembre non è mai stato notificato alle parti, che si trattava soltanto di una sorta di «istruzioni per l'uso» destinata ai carabinieri per spiegare come comportarsi nel caso di rintraccio della bambina scomparsa e che non era quindi impugnabile. Un piccolo giallo, comunque ininfluente sull'esito della vicenda. Per il resto, l'ambasciatore bielorusso ha fatto il possibile per assicurare che la bambina ora è felice. «È partita ieri sera con il sorriso, è arrivata tranquillamente in Bielorussia con la nostra pediatra e le dottoresse italiane. Ha dormito tranquillamente, si è svegliata serena e ha mangiato», ha ripetuto più volte il diplomatico. Che però ha alzato una cortina fumogena a proposito del luogo in cui si trova attualmente Maria. «È in una “casa del bambino”, in una stanza solo per lei. Ha vicino animali domestici, un gatto, un cavallino - ha insistito l'ambasciatore -. Non posso dire in che località si trova, per una questione di privacy. Ma non tornerà più nell'orfanotrofio di Vileika. Resterà lì per un certo periodo, fino a quando i medici lo riterranno. Poi verrà preparato un programma specifico, infine le autorità bielorusse decideranno». Una doccia gelata è arrivata infine da Alexey Skripko, quando ha dovuto rispondere alla domanda sulla riapertura del programma di viaggi per tutti i bimbi bielorussi. Dopo la conclusione della vicenda di Maria, il governo di Minsk avrebbe dovuto revocare il blocco. Ma l'ambasciatore è stato categorico: «Ora dobbiamo riprenderci da questo choc che abbiamo subito, dobbiamo riflettere - ha frenato -. Abbiamo sbagliato e dobbiamo sfogliare questa pagina delicata.

Ora ci troviamo davanti a un foglio bianco che speriamo di riempire insieme alle autorità italiane». Come dire che per ora Maria e gli altri bambini restano in Bielorussia. Anche in questo caso, la promessa era un'altra.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica