Santa Cecilia Radu Lupu attraversa la «nebbia» di Janacek

Nulla di nuovo sotto il cielo per Radu Lupu che torna a Roma, per un recital pianistico a Santa Cecilia. Beethoven, presente nel recital ceciliano con la popolarissima Sonata n. 23 op. 57 , «Appassionata»; e Schubert, con l’enigmatica Sonata in la maggiore non costituiscono delle novità per Lupu; l’uno e l’altro, accanto a Brahms e Schumann, sono presenze costanti della sua ricerca. Ma allora come si giustifica, l’attenzione improvvisa verso Leos Janacek, del quale in apertura di programma, Lupu ha messo il breve ciclo «Nella nebbia»? Non certamente con una presunta svolta impressionistica del grande interprete rumeno, avallata dall’ingresso di Debussy nel suo repertorio, in anni recentissimi; anche perché di impressionistico nella raccolta di Janacek non v’è traccia. Dunque è un’altra la strada da percorrere per comprendere la presenza di Janacek - del quale, è giusto sottolinearlo, Lupu non ha scelto la nota raccolta «Sul sentiero di rovi» - prescindendo dal recente interesse generale verso il grande compositore boemo; e cioè quella dell’affine temperatura espressiva fra quest’opera di Janacek, e le due Sonate in programma. Perché la nebbia alla quale quel titolo fa riferimento è una nebbia interiore, tanto simile al clima espressivo del noto «Viaggio d’inverno» di Schubert; viaggio nel freddo inverno dell’anima, dove la «nebbia» (di Janacek) impedisce la visione chiara del cammino e della meta.

Clima espressivo al quale non è estranea neanche la Sonata beethoveniana, prescindendo dalla retorica e dall’aneddotica che generarono il tardo, spurio ma appropriato titolo di «Appassionata». Auditorium. Sala Santa Cecilia. Ore 20.30. Info: 06.8082058.

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