Santa Giulia, ecco le carte che accusano Arpa

Dopo giorni di mezze parole e di dichiarazioni affidate alla diplomazia, Letizia Moratti esce allo scoperto, affila le armi e passa all’attacco. È un doppio fronte quello aperto dalla lady di ferro nei confronti del Pirellone: la bonifica di Santa Giulia e l’acquisizione delle aree Expo. Dopo lo scaricabarile incrociato di due giorni fa, in cui Regione, Provincia, Comune e Arpa si sono rimpallati la responsabilità dell’inquinamento delle acque e dei terreni di Santa Giulia Montecity Rogoredo, il sindaco è tornata sulla questione togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. Intanto sempre ieri il presidente pro-tempore di Risanamento, nominato dai giudici custode dell’area, Vincenzo Mariconda ha concordato con i pm titolari dell’inchiesta come gestire l’attività di bonifica dei terreni sotto sequestro.
Due i quesiti rimasti fino a ieri senza risposta: Arpa ha effettuato o meno le bonifiche? Aveva riscontrato delle anomalie? Su quali aree? «Secondo i dati che ho verificato con i miei uffici, a ogni lotto bonificato è corrisposta una dichiarazione da parte dell’Arpa dell’avvenuta bonifica», replica il sindaco Letizia Moratti, mostrando i documenti. Si tratta di «quattro note o verbali che l’Arpa ha inviato con cui dichiara l’avvenuta bonifica, fino al procedimento di chiusura. Da questi si vede che non ci sono rilievi da parte dell’Arpa». Cosa significa? «È l’Arpa che deve dire se ci siano problemi e l’Arpa ci dice in una nota ufficiale che considera chiuso il procedimento di bonifica». Eppure «secondo l’Arpa - si legge nel documento di sequestro preventivo dell’area - emerge sia dai monitoraggi eseguiti sulle acque durante i lavori di bonifica, sia da quelli successivi svolti durante la fase post operam, che non si è tenuto conto della falda sospesa benché se ne conoscesse l’esistenza sia da parte del Comune di Milano sia da parte dei privati. (...) Gli scavi effettuati, che dovevano servire alla costruzione degli edifici (...), in realtà sono stati in parte abusivamente ricolmati con rifiuti». Ieri la Regione ha scelto la strada del silenzio, Arpa una difesa aggressiva: «Non sono assolutamente giustificabili frettolose dichiarazioni basate su dati quanto meno parziali. Gli atti e i verbali prodotti e trasmessi al Comune di Milano, infatti, non sono quattro ma decine e decine, ed attestano puntualmente i controlli effettuati nella fase di bonifica. Ad attenta verifica andrebbero sottoposte anche le attività edilizie successive all’operazione di bonifica, di competenza del Comune».
C’è un’area del terreno su cui Palazzo Marino rivendica il proprio operato: «Poi è ancora pendente una parte che riguarda il Trapezio.

C’è stato uno stop al collaudo che doveva essere effettuato correttamente dalla Provincia. E il Comune ha segnalato alla Procura un rimodellamento dei terreni. È molto chiaro quello che noi continueremo a fare per la tutela dei nostri cittadini».

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