L'ospedale di Santa Margherita verrà per la gran parte svuotato appena sarà pronto ed entrerà in funzione al cento per cento quello di Rapallo. Significa che fra circa tre anni i sammargheritesi non avranno più molti servizi ospedalieri sotto casa, ma dovranno rivolgersi ai «cugini» rivieraschi, soprattutto per le degenze. Nella struttura del «gioiello» della riviera di levante, che oggi funziona con un ottimo «rating», rimarranno soltanto un ambulatorio di «day surgery», uno di diagnostica di primo intervento, ed alcuni ambulatori specialistici che sono «ancora da decidere». Fondamentalmente verrà tolto il reparto di chirurgia con la degenza e quindi si rischia che scoppi nuovamente il caso della scorsa estate, quando si temeva per un suo spostamento, poi negato dalla direzione generale. I cittadini di Santa Margherita erano scesi arrabbiati in piazza coinvolgendo anche numerose associazioni di volontariato che avevano partecipato alla protesta. La struttura ospedaliera del levante, infatti, è molto utilizzata ed apprezzata dagli abitanti che non vogliono spostamenti e riduzioni di servizi.
Tuttavia la conferma del progetto di chiusura di chirurgia e della degenza è arrivata ufficialmente ieri mattina durante l'audizione del direttore generale dell'Asl 4 Paolo Cavagnaro di fronte alla seconda commissione consiliare regionale Sanità e Servizi Sociali. Il manager ha dichiarato a verbale, di fronte ai componenti della commissione presieduta dal diessino Antonino Miceli, l'intenzione di spostare gran parte dei servizi a Rapallo, appena il nuovo ospedale sarà a regime.
«Il dato forte è il fatto che si chiude gran parte di un ospedale senza avere coinvolto e avvertito i cittadini e le associazioni di volontariato - spiega il vicepresidente della sommissione regionale Matteo Rosso - si sa che praticamente si chiude un'importante struttura sanitaria, ma non si sa se quali servizi si offrirà ai cittadini di Santa Margherita, considerando che quel comune è abitato da molta gente anziana. Se da una parte è giusto razionalizzare l'offerta ospedaliera, dall'altra non mi sembra corretto farlo sulla pelle dei cittadini perchè bisogna rispettare le loro abitudini ed esigenze.
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