Cronache

Da Santa Sofia a Reggio Calabria il sogno si chiama Genova

Il viaggio da Santa Sofia a Reggio Calabria, per partecipare come ospiti al Girofestival, è stata una vera e propria traversata, ma in sei ci si diverte, e il legame di forte amicizia rende molto più facile la convivenza quotidiana, durante i concerti o, come in questo periodo, in sala di registrazione. Oltretutto la dimensione del viaggio è parti di ispirazione per Gabriele Graziani, abituato «a scrivere i testi in solitudine». Il fatto è che spesso l'ispirazione arriva mentre è alla guida e allora con un occhio alla strada e uno a un pezzo di carta, in una calligrafia incomprensibile, l'inchiostro fissa l'idea. In due o tre giorni, il testo è pronto per essere musicato. L'altra grande fonte di ispirazione sono le donne, che però non c’entrano nulla con «La creazione», e con loro Gabriele dice di avere «un rapporto conflittuale»: fra la necessità di stare solo e il tempo da trascorrere per le prove, mantenere le relazioni è difficile, «anche se - ammette Gabriele - una buona dose di masochismo non manca». A proposito dello spazio che gli Equ si stanno ritagliando nel panorama italiano, poi, per tutti e sei i ragazzi è davvero «un sogno che si sta realizzando e ancora più bello è avere l'opportunità di registrare in una città come Genova, che noi ammiriamo e amiamo molto». Le date dei concerti si susseguono: Cecina e Forlì li ospitano di qui a poco, per non parlare del tour promozionale che li sta portando su tutte le radio nazionali e locali, compresa Radio Babboleo. Tuttavia essere e rimanere in sei talvolta può essere difficile, ma «essere nati nello stesso posto, aver da sempre suonato insieme, condividendo tanto» aiuta, al di là delle caratteristiche di ciascuno: dalle parole scherzose di Gabriele, il chitarrista Daniele Boscherini sembra essere «il più testardo», mentre Alessandro Fabbri «come tutti i bassisti sembra vivere in un mondo tutto suo».

Gli altri protestano perchè forse è Gabriele - come tutti i cantanti - a sembrare di «appartenere davvero a un altro pianeta».

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