da Roma
Daniela Santanchè non lascia passare un giorno senza far prendere almeno una piccola arrabbiatura a Francesco Storace. Costretti, probabilmente ancora per poco, a condividere la piccola casa de La Destra, pur non sopportandosi più, la Santanchè e Storace non perdono occasione per lanciarsi reciproche accuse. Pomo della discordia la decisione della Santanchè di confluire nel Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi. Iniziativa che secondo lex candidata premier è condivisa dal milione di persone che hanno votato il suo partito alle ultime elezioni. Secondo Storace invece a seguirla saranno al massimo in 12.
Stavolta la Santanchè sceglie il pulpito di Cortina per ribadire il suo pensiero. «Se Berlusconi vuole fare il più grande partito dItalia dobbiamo prendere il 50,1 per cento di voti. Ed il mio milione sarà molto utile», afferma.
Non è questa però la dichiarazione che fa infuriare Storace ma la replica al monito lanciato da Fabrizio Cicchitto: no alle componenti filo-fasciste nel Pdl. «Non penso che le parole di Cicchitto fossero rivolte a me, - si schermisce la Santanchè -. Chi conosce la mia storia sa che non ho niente di un passato al quale non ho partecipato ma ho letto solo sui libri di storia». E poi ricorda che gli estremisti semmai guardavano ad Alessandra Mussolini.
Una presa di distanza che a Storace proprio non va giù. Prima ribadisce la convinzione che lavvicinamento della Santanchè al Pdl sia «una manovra eterodiretta da Berlusconi», ricordando che per questo la Santanchè lo accusa di commettere lo stesso errore della sinistra. «La Santanchè nega pure di aver trattato posti di governo e candidature alle Europee e questo le fa onore, vuol dire che fanno tutto gratis ed è molto bello saperlo», ironizza Storace che poi lancia il suo affondo. «Questa bellissima concorrente alla segreteria del partito che vuole sciogliere va anche oltre: per evitare lostacolo antifascista elevato da Cicchitto, dice che non si riferisce a me, ma alla Mussolini. Non so chi delle due sia meglio. Ma lei, al massimo, può dire che fingeva quando in televisione dalla Annunziata e ovunque rivendicava con orgoglio di essere fascista».
Dunque una continua finzione quella della Santanchè secondo Storace e invece «nulla sul futuro dellItalia, nulla sui suoi problemi, nulla sulle soluzioni proposte nel nome dei valori de La Destra, conta sfrenatamente solo il potere».
Ma la Santanchè non vacilla, convinta di persuadere Storace a seguirla. «Che per una volta sia una donna a dettare la linea politica e alla fine anche Storace capisca che sia la cosa più giusta?» si chiede, dicendosi certa di un fatto: «Tra me e Storace non ci sono diversità di vedute sulle alleanze, forse cè una questione personale».
Ma in questo momento la popolarità della Santanchè tra i suoi vecchi amici è decisamente in calo.
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