Santoro a Travaglio: "Il pubblico sta con te" E Castelli lo querela

Apertura di puntata ad Annozero con difesa del giornalista da parte del conduttore. Poi lite fra Travaglio e sottosegretario

Santoro a Travaglio: 
"Il pubblico sta con te" 
E Castelli lo querela

Roma - Scontro nello studio di Annozero tra Roberto Castelli (Lega Nord), sottosegretario alle Infrastrutture, e Marco Travaglio. Un vivace scambio di battute che si è concluso con l’annuncio di querela da parte dell’esponente del Carroccio contro il giornalista. "C’è una banda di giornalisti - ha detto Castelli, citando Travaglio ma anche Gianantonio Stella - che ha scoperto una cosa interessante, e cioè a parlar male dei politici si diventa ricchi. Dunque, bisogna parlar male dei politici a prescindere". Castelli ha poi ricordato che "Travaglio ha scritto sull’Unità e in un suo libro che sono stato condannato. Ma il paradosso è che il condannato Travaglio scrive di me che sono stato condannato, ma non è vero. O Travaglio - ha insistito l’esponente della Lega - mi chiede scusa e si dimette da giornalista, oppure sono costretto ad andare a intasare giustizia e a fare l’ennesima causa". Per Castelli "va bene criticare i politici quando se lo meritano. Ma quando si sbaglia e si diffama una persona, magari si riconosca l’errore".

La replica di Travaglio Libro alla mano, Travaglio ha detto che "la Corte dei Conti ha chiesto a Castelli la restituzione di oltre 98 mila euro" ipotizzando per l’ex ministro della Giustizia il reato di abuso di ufficio per aver assunto una persona di Lecco alle sue dipendenze. "Non si è trattato di una condanna - ha replicato Castelli - bensì di una richiesta del procuratore della Corte dei Conti". Travaglio ha però ricordato che il procedimento è stato bloccato dal tribunale dei ministri, che non ha dato l’autorizzazione a procedere.

La difesa di Santoro Michele Santoro aveva aperto la puntata di Annozero con Marco Travaglio difendendolo dopo le polemiche che hanno travolto il giornalista, ospite fisso del programma di Raidue, per le accuse rivolte al presidente del Senato Renato Schifani nella puntata di sabato scorso di Che tempo che fa. "Stai tranquillo, Marco, sei nel cuore del pubblico e non hai niente da temere" ha esordito Santoro, in piedi al centro dello studio accanto a Travaglio. Poi il conduttore ha criticato gli articoli usciti in questi giorni su Travaglio su Repubblica e sul Corriere della Sera. "Il Corriere - ha detto Santoro - scrive oggi che tu avresti detto quelle cose su Schifani giovedì scorso qui ad Annozero. Ma pure le pietre sanno che le hai dette sabato da Fabio Fazio: Annozero, per una volta, non ha partecipato all’evento. Questo strano errore del Corsera - ha aggiunto Santoro - è stato preceduto su Repubblica da un articolo di Giovanni Valentini che chiedeva l’intervento dell’Authority. A nome di quale norma? Non si capisce. Poi c’è stato lo scoop di D’Avanzo, che in pratica ti ha accusato di aver preso un residence abbastanza bruttino coi soldi di un tale Aiello, condannato per mafia. Naturalmente il Corsera oggi riprende questo scoop degno del Pulitzer e lo approfondisce: tutti e due i giornali, in verità, dicono che non può essere una cosa vera, ma la scrivono lo stesso. Perchè? Per minare la tua credibilità molto forte, ma anche perchè quei fatti che tu hai raccontato loro non li avevano scritti, e quindi non dovevano meritare di essere scritti. Altrimenti, che figura ci avrebbero fatto i direttori Mieli e Mauro nei confronti dei loro lettori?". Infine, ha concluso Santoro "Dagospia ha trovato la quadratura del cerchio: esiste in Italia una banda dei quattro, cioè Di Pietro, Grillo, Travaglio e Santoro.

Tolti di mezzo questi, il paese si può avviare verso la modernizzazione. Ma io - ha sottolineato Santoro rivolgendosi a Travaglio - non ho la psicosi di essere dalla parte dei vincitori. Mi sento vivo anche perché sei tu qui e hai il tuo microfono".

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