«Le sanzioni non danneggino il mercato del greggio»

«Le sanzioni non danneggino il mercato del greggio»

Le sanzioni sull’Iran - proposte dal Congresso e firmate dal presidente Barack Obama - devono essere applicate in modo che non colpiscano gli alleati e il mercato del petrolio. Lo ha detto il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney. «Pensiamo - ha aggiunto Carney - che ci sia il modo per attuare queste sanzioni in maniera appropriata, raggiungendo l’obiettivo di isolare ulteriormente l’Iran».
Intanto da Israele continuano a giungere messaggi preoccupati e minacciosi per l’Iran a proposito del rischio che la Repubblica Islamica si doti di un arsenale nucleare. L’Iran ha materiale radioattivo a sufficienza per produrre quattro bombe atomiche, ha detto il capo dell’intelligence militare israeliana, il generale Aviv Kochavi. «L’Iran ha accumulato oltre 4 tonnellate di uranio arricchito al 3,5% e quasi 100 chili di uranio arricchito al 20% - ha affermato Kochavi -. Questa quantità di materiale radioattivo è già sufficiente per quattro bombe atomiche», ha aggiunto. Per realizzare ordigni nucleari è necessario dotarsi di uranio arricchito al 90%. Secondo esperti occidentali, tuttavia, una volta raggiunto l’arricchimento al 20% la distanza dalla bomba è piuttosto breve.
Il vice premier israeliano Moshe Yàalon, da parte sua, ha sostenuto che l’Iran starebbe sviluppando missili balistici con una gittata di diecimila chilometri e quindi in grado di colpire anche gli Stati Uniti. Il vice premier ha quindi precisato che tutti i siti nucleari iraniani sono vulnerabili a un attacco militare. «Ogni struttura difesa da un essere umano - ha dichiarato Yàalon - può essere penetrata da un essere umano. È possibile bombardare i siti iraniani - ha aggiunto -. E lo dico sulla base della mia esperienza come Capo di Stato Maggiore dell’Aviazione israeliana».


Infine il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ha detto ieri che se le sanzioni internazionali contro il programma nucleare iraniano non daranno frutti, verrà presa in considerazione l’opzione di un intervento militare contro l’Iran. E questo nonostante gran parte della leadership militare israeliana sia contraria.

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