La Sapienza? Un caos che piace agli studenti

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Scelgono La Sapienza perché offre «una marcia in più» nella formazione, ma reputano l’università capitolina «disorganizzata». È quanto emerso dalla ricerca sociologica «Vite da studenti» condotta dal gruppo «Seven», diretto da Mario Morcellini, preside della facoltà di Scienze della comunicazione.
Che La Sapienza abbia una «marcia in più» nella formazione lo pensano gli studenti romani, fuorisede, pendolari e stranieri. Ma le stesse categorie di studenti parlano anche di disorganizzazione. Mentre di spirito di «adattamento» parlano romani, fuorisede e stranieri riferendosi al percorso che parte dall’esperienza liceale all’inizio dell’università e dal trasferimento dalla propria città a una nuova. Soltanto i romani, fuorisede e pendolari, sono accomunati, nella scelta dell’università, dai fattori «vicinanza » e «prestigio», caratterizzando una fama de La Sapienza valida soprattutto a livello nazionale. Per quanto riguarda i rapporti interpersonali, universitari ed extra-universitari, dalla ricerca emergono due importanti traiettorie di fondo : quella relativa al rapporto studenti-docenti, sostanzialmente non positivo, e quella delle amicizie con i coetanei, dove si delineano difficoltà di apertura soltanto per gli studenti pendolari.


Al dibattito è intervenuto anche l’assessore ai Lavori pubblici Giancarlo D’Alessandro: «È necessario trovare un punto di equilibrio - ha detto - per dare aiuto, accoglienza e rendere facile l’inserimento degli studenti nel mondo universitario».

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