Sapienza, il gip: "Rissa per odio politico"

Dopo gli scontri di ieri il giudice monocratico Luciano Pugliese ha convalidato il fermo per tutti e sei i ragazzi disponendo la misura cautelare nei confronti di due militanti di Forza Nuova e uno dei Collettivi studenteschi. Il rito dell'intolleranza: di' la tua

Sapienza, il gip: "Rissa per odio politico"

Roma - Il giudice monocratico ha convalidato i fermi dei giovani responsabili a vario titolo della rissa scoppiata ieri nei pressi dell’università La Sapienza a Roma. Nei confronti dei due militanti di Forza Nuova, Gabriele Acerra e Martin Avaro, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Medesima misura per il ragazzo dei Collettivi studenteschi Emiliano Marini. Per gli altri tre, Federico Ranalli ed Andrea Fiorucci, di Forza Nuova, e per Giuseppe Mercuri, dei Collettivi, è stato convalidato il fermo ma disposta l’immediata remissione in libertà. Motivo della misura cautelare è il fatto che a carico degli indagati sono risultati dei precedenti penali.

Il giudice ha accolto le richieste del pubblico ministero Delia Cardia che aveva circoscritto gli arresti domiciliari ai soli tre indagati che hanno precedenti penali.

La motivazione La rissa è "inficiata da motivi di odio politico, costituente come tale il movente di ulteriori scontri". È il convincimento del giudice del tribunale Pugliese nel provvedimento di tre pagine con cui ha convalidato i fermi delle sei persone fatti dalla polizia. Per il magistrato, non può escludersi il "verificarsi di episodi che pongono in contrapposizione pretese ideologie". Ill giudice ritiene che per tutti gli indagati "rimane concreto ed attuale il pericolo di reiterazione di analoghe condotte". A carico di questi ultimi tre è stato applicato anche il "divieto di comunicare con persone diverse da quelle con cui loro abitano" o dai legali che li assistono. 

Il presidio dei collettivi Oltre cento studenti in rappresentanza dei collettivi dell’università La Sapienza si erano radunati davanti ai cancelli del tribunale per solidarietà con i ragazzi di sinistra fermati ieri al termine degli scontri con alcuni militanti di Forza nuova. Gli studenti hanno srotolato uno striscione dove è scritto: "Ma quale equidistanza, ma quale rissa, ieri c’è stata un’aggressione fascista. Emiliano e Giuseppe liberi subito". I cancelli del tribunale erano protetti da un cordone di carabinieri e per il momento la situazione nella piazza è tranquilla.

Fiore: "Garantiremo la tranquillità" Davanti all’aula della sesta sezione del tribunale c’era, tra gli altri, il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore (il fratello Stefano è uno dei difensori dei membri del movimento di destra): "Come risulta alla Digos e come dimostrano le foto - ha detto - quattro nostri ragazzi sono stati aggrediti da oltre 20 persone. Non può essere loro ascritto il possesso di mazze o di altri oggetti atti a offendere. La realtà è che una macchina si ferma e un gruppo di universitari aggredisce i suoi occupanti. Speriamo che dopo il processo tutti i ragazzi vadano a casa. Forza Nuova si fa garante di un ritorno alla calma affinchè ci sia un clima di massima tranquillità nella città di Roma. Giovedì non si farà il convegno sulle foibe. Rimane, tuttavia, un problema politico da risolvere. L’istituto universitario è occupato da logiche di violenza fisica e politica. Non possiamo tollerare che vi sia un’isola in cui la legge viene imposta da un gruppo di persone che decidono se invitare o meno il Papa alla Sapienza e chi può parlare". "Penso con orrore - ha aggiunto Fiore - alle prime dichiarazioni che parlavano di un assalto fascista. Finiamola con queste strumentalizzazioni. Non è più tempo di queste cose. Se uno vuole fare un ’abboccò come è stato ipotizzato lo fa di notte a volto coperto e con la macchina distante. I ragazzi di Forza Nuova, invece, erano lì perchè Fiorucci aveva un appuntamento con gli uffici del Rettorato che dovevano dargli spiegazioni sul motivo dell’annullamento del convegno. È evidente, quindi, che stavano lì in zona per una precisa regione e che sono incappati nella rissa".

Veltroni: "Grave derubricare" Quanto è successo ieri all’università La Sapienza di Roma è "il terzo episodio di violenza con lo stesso segno avvenuto in città e ogni riduzione e derubricazione di questi fatti a ragazzate è un errore molto grave". Secondo il segretario del Pd, Walter Veltroni, gli episodi di violenza non devono essere sottovalutati: "Se non condannati con la necessaria forza e se non si mettono i responsabili nelle condizioni di non poter più nuocere, c’è il rischio che si torni ad un clima di tensione che abbiamo conosciuto nel passato e che non si deve più ripetere". Veltroni non nasconde di essere "molto preoccupato". "Ogni derubricazione - ribadisce - a ragazzate è da irresponsabili".

Il comunista Ferrando: autodifesa un diritto Getta invece benzina sul fuodo il leader del Pcl Marco Ferrando: "L’aggressione fascista a La Sapienza - sullo sfondo del nuovo quadro politico - ripropone il tema dell’autodifesa come diritto democratico elementare.

Di fronte al dilagare di aggressioni di ambienti neofascisti contro comunità immigrate, centri sociali, sedi di movimento, è necessario che ogni realtà minacciata appronti strutture di autodifesa, democraticamente designate e controllate".

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