Al posto del convegno di Forza Nuova sulle foibe, un corteo dei collettivi di sinistra contro il movimento di estrema destra al grido di «Luniversità è antifascista: Emiliano libero». Alla fine è andata come volevano loro, alla Sapienza nessuno parla se loro non sono daccordo.
Emiliano è lo studente di sinistra finito ai domiciliari dopo gli scontri di via de Lollis assieme a due di Forza Nuova. «È inammissibile che un aggredito diventi aggressore», dicono. Non hanno alcun dubbio sulla dinamica della rissa, ribadiscono di essere stati aggrediti, nonostante una foto li smentisca e la magistratura stia facendo il suo lavoro. E chiedono le dimissioni del preside di Lettere, Guido Pescosolido, colpevole di aver autorizzato il corteo prima che venisse revocato dal pro-rettore Luigi Frati. La giornata comincia con un sit-in davanti alla facoltà. Un po di musica, slogan contro Forza Nuova e insulti al sindaco Alemanno per oltre 500 studenti. Poi via al corteo, sotto la pioggia, anche fuori dalla Sapienza. Le forze dellordine lo aprono e lo chiudono, ma il clima è tranquillo. In via de Lollis i manifestanti si fermano e qualcuno, con una bomboletta spray, inizia a scrivere sui muri e sullasfalto: «Non è stata una rissa, ma unaggressione». I ragazzi fanno il giro della cittadella universitaria e rientrano da piazzale Aldo Moro. Ora lobiettivo è la presidenza, dove si riuniscono per chiedere a gran voce le dimissioni di Pescosolido. Vola più di un pugno sulla porta del preside. Poi si ritrovano tutti nellaula numero sei per fare il punto sullaccaduto e decidere le prossime mosse. Primo appuntamento, oggi, il consiglio di facoltà: oltre a invocare le dimissioni del preside («Gli renderemo la vita impossibile») gli studenti chiederanno la condanna dei fatti di via Lollis e solleciteranno i docenti affinché prendano posizione contro quella che continuano a definire un«aggressione».
Nessun passo indietro, intanto, da parte del preside, la cui decisione di autorizzare lassemblea sulle foibe ha scatenato questo gran polverone. «Nelle forme in cui mi è stata presentata la richiesta per il convegno - ribadisce Pescosolido - io lo riautorizzerei, perché non compariva Forza Nuova ma Lotta universitaria. Non autorizzo tutto, ma solo le iniziative che possono rientrare nei fini istituzionali di questa facoltà». Porte chiuse, invece, a tutte quelle manifestazioni che abbiano carattere politico. Il preside spiega poi come si è arrivati al divieto: «Vista la situazione che si è creata ho ritirato lautorizzazione e ho scritto una lettera a Frati in cui gli chiedevo, data linterpretazione strumentale da parte dei media e di alcuni studenti, e visti i recenti episodi in città, di valutare attentamente e decidere sul da farsi». Ma chi sono gli studenti che vogliono la sua testa? «Loro si qualificano come estremisti - il preside li descrive così - si chiamano collettivi e non usano il sistema della rappresentanza. Ma non li conosco come violenti. Lassessore alla Cultura Umberto Croppi è intervenuto per smentire il nesso, ipotizzato da più parti, tra gli episodi degli ultimi giorni e larrivo della destra in Campidoglio: «Questo teorema che si sta cercando di costruire per cui a Roma esisterebbe unescalation di violenza in qualche modo legata alla vittoria di Alemanno è unoperazione infondata, basata su episodi scollegati tra loro, e gravissima».
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