Sara Giudice arruola il sessuologo Pasini, rompe col centrodestra e guarda a Palmeri

Sarà una «Giovanna d’Arco», non un don Chisciotte. Sara Giudice si candida a sindaco di Milano, brucia tutti i ponti con il Pdl ma non esclude un’intesa con il Terzo polo e con Manfredi Palmeri.
La giovane ex esponente del Pdl ieri ha presentato la sua formazione: «Milano merita», questa la scritta che campeggia nel simbolo, sopra il suo nome, tanto che una lettura complessiva afferma che «Milano Merita Sara Giudice». Ha svelato soprattutto, la Giudice, l’identità del fantomatico capolista: si tratta di Willy Pasini, medico, psichiatra, noto per lo più come sessuologo. «L’ho voluto - ha detto la candidata - perché rappresenta la mia idea di politica, fatta di professionalità servizio della città, fuori dalle logiche burocratiche di partito». Pasini è stato presentato come futuro possibile assessore ai Servizi sociali e alla Salute: «Ci vuole più professionalità in ogni campo - ha detto - io posso metterla per quanto riguarda la famiglia e la salute, in questi settori aiuto l’Oms, perché non dovrei dare il mio contributo alla città dove sono nato?». Pasini ha parlato della candidata come di «energia pulita», contro il «grigio dei partiti», e ha sostenuto la necessità di dare spazio a «persone colorate». «Sono stato captato dall’energia pulita che Sara rappresenta - ha detto - è la Giovanna D’Arco italiana e per rompere la rassegnazione che ci circonda c’è bisogno di quest’energia».
Sulle prospettive della lista e sulle possibili alleanze la candidata è stata piuttosto realista. Rapido passaggio su Pisapia, per dire che si considera alternativa alla sinistra e ancorata nell’area «di centrodestra o di centro». «Sono stata esiliata dal Pdl - ha detto - non ne sono uscita». Però ha ammesso di non considerarsi «un Don Chisciotte», e nonostante l’aperta contrarietà di Pasini («la risposta è no») non ha affatto escluso un’alleanza con il Terzo polo formato da Udc, Alleanza per l’Italia Futuro e Libertà, alla cui Assemblea costituente, un mese fa alla Fiera, è stata ospite, applauditissima in quanto neo antiberlusconiana, o almeno antimorattiana: «Vediamo - ha detto a proposito di un’intesa con Palmeri - ancora non sappiamo quali sono le loro idee e i loro programmi». Rottura totale con il Pdl, invece. Ripetute e sottolineate le critiche aperte e le frecciatine indirizzate al sindaco. «Mi è stato chiesto di fare da capolista alla lista civica di Letizia Moratti - ha svelato - mi sono interrogata su quali valori esprimesse e ho capito che non mi rappresentavano». «In questo momento il Pdl ha valori incompatibili con i miei», ha aggiunto.

A orchestrare la sua campagna elettorale, tutta giocata sul tema del rinnovamento e dei giovani, sarà il padre, Vincenzo Giudice, consigliere comunale e politico di lungo corso, che non ha negato i possibili problemi di compatibilità con il suo partito, che resta (per ora) il Pdl: «Io non me ne vado», dunque «se vogliono decidano loro» ha detto in pratica, prefigurando una sua possibile uscita.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica