Saracinesche su, ma a discrezione

Saracinesche su, ma a discrezione

In tema di commercio, a Roma le «feste comandate» sono una decina o poco più: Natale e Santo Stefano, Pasqua e Pasquetta, Capodanno ed Epifania, primo maggio e 25 aprile, festa della Repubblica e Santi Pietro e Paolo. In questi giorni, accada quel che accada, le saracinesche dei negozi devono restare chiuse in tutta la città. Nel resto dell’anno, invece, sono numerose e articolate le deroghe previste rispetto al cosiddetto «decreto Bersani» (il 114/98, che non riguarda farmacie, monopoli e diverse altre categorie), che all’articolo 11 stabilisce la «chiusura domenicale e festiva dell’esercizio» salvo delegare ai comuni diverse determinazioni, ed allargare ancor di più le maglie nelle località «ad economia prevalentemente turistica» nonché alle «città d’arte». Il riconoscimento dei comuni o porzioni di territorio da ricomprendere in queste ultime categorie spetta poi alla Regioni; nel Lazio a far testo è la legge 33/99.
Semplice? Niente affatto. Già, perché le possibilità di deroga stabilite dalla normativa rispetto al vincolo della chiusura festiva dei negozi sono assai ampie. La conciliazione delle diverse esigenze è complessa, e il calendario che ne vien fuori, come testimonia uno schema riassuntivo elaborato da Confcommercio, ne è una prova. Vediamo perché. La possibilità delle aperture domenicali è garantita per tutto l’anno – fatte salve le festività «obbligate» – per i negozi del «settore 10» (che comprende il I municipio e parte dei municipi II, III, IX, XVI e XVII), nelle aree limitrofe alle basiliche di San Pietro e San Paolo, nonché nelle zone turistiche del XIII municipio, ad Ostia. Nel resto della città (per cui è stata avanzata la richiesta di riconoscimento dello status di città d’arte), secondo un protocollo d’intesa sottoscritto dal Campidoglio e dalle organizzazioni di categoria e valido fino alla fine di maggio, l’«apertura facoltativa» nei giorni festivi è consentita tutte le domeniche fra il 5 giugno e il 7 agosto e tra il 28 agosto e il 18 dicembre, nella prima domenica dei saldi invernali, tutte le domeniche tra il 2 aprile e il 28 maggio. Ad Ostia, inoltre, nelle aree turistiche i negozianti potranno decidere di tenere le saracinesche alzate anche nelle tre festività del 2 e del 29 giugno, e a Ferragosto. Sempre e soltanto se lo vorranno.

Già, perché il punto è proprio questo: nel tira e molla per la definizione dei calendari, le aperture domenicali restano comunque facoltative. Ai commercianti viene indicato con precisione quando poter togliere i lucchetti e accendere le vetrine, poi saranno loro a decidere. Ma ai cittadini, chi lo dice?

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