In tempo di crisi desta curiosità lexploit di Saras in Borsa. Il gruppo petrolifero che fa capo alla famiglia Moratti in sette sedute ha recuperato il 50% del valore. Così anche alla Consob qualche dubbio è venuto e ha chiesto numi allazienda.
Le voci di mercato parlavano, infatti, di un possibile delisting del titolo, unoperazione che per i Moratti sarebbe certamente a sconto considerato che il titolo è stato collocato a 6 euro. Ieri, però, Saras ha risposto alla Consob precisando che «non esiste alcuna iniziativa di delisting da parte dellazionista di controllo, ma continuano a esservi rapporti, anche informativi, con controparti industriali, che possono riguardare operazioni sia commerciali che strategico-industriali». Ieri il titolo, dopo aver corso tanto, ha tirato il fiato chiudendo in calo dell1,3%.
Ma i rumors, nonostante le smentite, restano. Intermonte, che considera lazione «outperform» (destinata a fare meglio del mercato) con target price a 1,17 euro, ricorda che in passato Saras è stata indicata come potenziale target per società petrolifere come Gazpromneft (Russia) e Socar (Azerbaijan). Sul fronte dei numeri le cose non vanno benissimo. Il bilancio 2011 ha chiuso in perdita per circa 110 milioni di euro rispetto allutile di 78 milioni dellanno precedente. Di conseguenza la società non ha distribuito dividendi. I ricavi però sono stati pari a 7,5 miliardi di euro in crescita del 64% rispetto al 2009.
Saras era già finita nelle aule di tribunale dopo la quotazione che fruttò alla famiglia Moratti 1,7 miliardi di euro e alle banche che vi lavorarono 42 milioni di commissioni.
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