Unamnesia collettiva, una paresi di massa della memoria breve. Ecco ciò su cui Nicolas Sarkozy sembra contare. Proprio quello stesso Sarko terrorizzato, fino a pochi giorni fa, dallidea di veder la tripla A francese ghigliottinata da quei boia delle agenzie di rating. «Se salta la tripla A sono morto», continuava a ripetere ossessivamente ai fedelissimi. E adesso? Adesso, Monsieur le President ha cambiato idea. Sostiene Sarkozy, dalle colonne di Le Monde: la perdita del marchio di eccellenza sul rating sovrano «sarebbe unulteriore difficoltà, ma non una difficoltà insormontabile. Se decideranno di togliercela affronteremo la situazione con calma e sangue freddo. Ciò che conta prima di tutto - ha aggiunto - è la credibilità della nostra politica economica e la nostra strategia determinata per la riduzione delle spese pubbliche».
Con laria di tempesta che tira sui mercati dopo un vertice Ue dallesito deludente, Sarkozy sembra proprio voler metter le mani avanti, con lintento di attenuare londa durto che potrebbe arrivare se davvero la triade Moodys-S&P-Fitch decidesse di far calare la scure sulla Francia. Con conseguenze prevedibili sugli spread degli Oat (i Btp transalpini), già da tempo sotto pressione, e sulle future emissioni della Republique Française. Ma non solo. Alla corsa per le presidenziali 2012 manca meno di un semestre, e Sarko non ha certo in tasca la riconferma. Luscita di scena di un candidato assai scomodo come lex leader del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, lo ha molto agevolato. E in privato, secondo Le Parisien, Sarkozy ostenta sicurezza grazie al presunto carattere «debole» del suo avversario socialista («È su questo punto che bisogna colpirlo», dice ai suoi collaboratori), François Hollande. I sondaggi, però, sono nettamente a favore del pavido Hollande.
Una Francia privata prima delle elezioni della terza A, non lascerebbe a Sarko alcuna chance di vittoria. Ma anche il mantenimento dello status di eccellenza finanziaria potrebbe non bastare.
Sarkò cambia idea: adesso la perdita della tripla A «non è un dramma»
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