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Sarkozy in Brasile per «piazzare» armi

Parigi«Tra il Brasile e la Francia non esiste una relazione commerciale, da fornitore a cliente, ma una vera partnership amichevole», dice il presidente Nicolas Sarkozy in un'intervista alla stampa brasiliana. Detto fatto. Le équipe tecniche bilaterali hanno lavorato tutta la notte tra domenica e ieri per mettere a punto i dettagli dell'accordo che Sarkozy si è trovato tra le mani al momento di atterrare in Brasile, a casa di quello che chiama volentieri «il mio amico Lula». Ieri sera, appena giunto a Brasilia, Sarkozy ha esultato per il successo della sua diplomazia economica, che consente al gruppo aeronautico Dassault (proprietario tra l'altro del quotidiano Le Figaro, infaticabile sostenitore dell'Eliseo) di vendere a Lula i supercaccia francesi Rafale.
Era il 1985 quando la Francia (allora governata dai socialisti) ruppe la solidarietà europea sul terreno dell'aviazione militare e scelse di costruire da sola un «supercaccia del futuro». Il Rafale, appunto. In termini economici l'operazione si è rivelata disastrosa perché finora nessun Paese al mondo ha acquistato il velivolo francese, i cui stratosferici costi di progettazione e di produzione si sono riversati sul bilancio nazionale (mentre l'Eurofighter, realizzato da britannici, italiani, tedeschi e spagnoli, è stato ammortizzato da un numero ben superiore di contratti di vendita).
Dal momento in cui è entrato all'Eliseo, nel maggio 2007, Sarkozy attraversa in lungo e in largo il pianeta Terra nella speranza di trovare a Dassault almeno un primo acquirente per il costosissimo Rafale. Ci ha provato con Gheddafi, ricevendolo in pompa magna a Parigi e permettendogli di piantare la sua tenda beduina dalle parti dei Champs-Elysées. Ci ha provato in Estremo oriente come tra i Paesi arabi del Golfo. Niente da fare, visto che sono in circolazione altri modelli di caccia, magari meno perfezionati, ma finanziariamente ben più abbordabili del Rafale. Qualche anno fa, negli stessi ambienti della marina militare francese si erano levate voci favorevoli all'utilizzo degli F-18 americani (piuttosto che dei Rafale) sulle due portaerei nazionali. La Marina è stata brutalmente rimessa in riga e oggi la sola portaerei transalpina è dotata dei supercaccia autarchici Rafale (mentre le due precedenti sono finite una allo smantellamento e l'altra alle forze armate brasiliane).
La visita di Sarkozy a Lula è cominciata nella serata di ieri e dovrebbe durare appena 21 ore. È abbastanza per firmare il contratto da 4 miliardi di euro per la vendita di 36 Rafale allo Stato sudamericano e per il trasferimento di tecnologie necessario alla realizzazione di una parte di questi velivoli sul suolo carioca. A sua volta Parigi s'impegna ad acquistare una dozzina dei futuri aerei brasiliani per il trasporto militare. Questa circostanza rischia di creare problemi a Sarkozy sul fronte europeo, visto che la Francia è impegnata nella realizzazione del progetto per il futuro aereo da trasporto truppe A-400M di Airbus, che sarà assemblato in Spagna.

Il montante complessivo delle compravendite aeronautiche trattate in queste ore da Lula e Sarkozy viaggia sui 5 miliardi di euro, che si aggiungono ai contratti (per una cifra stimata dalla stampa brasiliana in 8,5 miliardi di euro) relativi alla vendita da parte di Parigi a Brasilia di quattro sottomarini d'attacco Scorpène e di 50 elicotteri da trasporto militare, oltre alla fabbricazione di una parte del futuro sottomarino nucleare carioca.

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