Sarkozy alla conquista del Parlamento

Ségolène Royal, che vuole fondare una propria corrente, si candida a leader del Ps per prendere il posto del suo compagno François Hollande

da Parigi

Ultimo giorno di campagna elettorale e ultimi sondaggi ufficiali: il blocco di centrodestra fedele al presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy (composto dall'Union pour un Mouvement populaire, Ump, e dagli alleati del Nuovo centro, ossia dagli ex amici di François Bayrou, passati col presidente e guidati dal ministro della Difesa Hervé Morin) avrebbe domani circa il 42% dei voti contro il 29 del blocco di sinistra, composto dal Partito socialista, dai radicali di sinistra, dal Movimento dei cittadini e dagli indipendenti di sinistra. Al terzo posto verranno i candidati di Bayrou, ossia del leader della vecchia Union pour la Démocratie française (Udf), che al primo turno delle recenti presidenziali ha avuto il 18,7% dei voti, ma che non è riuscito a qualificarsi per il ballottaggio finale.
Bayrou, si è spostato chiaramente verso il centrosinistra, pur senza mai raggiungere un'alleanza organica con i socialisti. Mandata in soffitta l'Udf, Bayrou ha fondato un nuovo partito: il MoDem, Movimento democratico, che presenta candidati in centinaia di circoscrizioni. Domani Bayrou e i suoi potrebbero avere il 10% dei voti, ma - essendo privi d'alleati - saranno duramente puniti dal sistema maggioritario a doppio turno e domenica prossima potrebbero ritrovarsi con meno di dieci deputati sui 577 dell'Assemblea Nazionale. I partiti restanti avranno le briciole.
L'estrema destra del Front National di Jean-Marie Le Pen (i cui elettori sono stati ormai in buona parte fagocitati da Sarkozy) arriverà difficilmente domani al 5% e non dovrebbe avere alcun deputato il 17 giugno. I comunisti saranno forse sotto il 4%, ma grazie ai loro accordi con i socialisti porteranno a casa qualche deputato al secondo turno. Il resto sono briciole.
La marcia trionfale di Sarkozy è dunque in pieno svolgimento. Dovrebbe essere dimostrata dai risultati di domani sera e ancor più da quelli di domenica 17 giugno, quando sarà assegnata la gran parte dei 577 seggi dell'Assemblea Nazionale e quando sarà chiaro che il blocco di centrodestra avrà ben più della maggioranza assoluta dei deputati. Forse arriverà addirittura ai due terzi, circostanza che consentirà al nuovo inquilino dell'Eliseo di riformare il Paese così come ha promesso nel corso della campagna elettorale per le presidenziali del 22 aprile e del 6 maggio scorsi.
I francesi si attendono che Sarkozy prosegua e concretizzi il suo programma di riduzione delle tasse, destinato a essere trasformato in legge (in varie leggi) nel corso della sessione parlamentare straordinaria che si svolgerà subito dopo l'elezione del nuovo Parlamento. Altre leggi importanti, sul punto d'essere approvate dal futuro Parlamento, sono quelle per il controllo dell'immigrazione. Infine i francesi sono attentissimi alle misure per il mantenimento dell'ordine pubblico, promesse dal neoeletto capo dello Stato: la nuova ministra della Giustizia, signora Rashida Dati, sta occupandosi di questi disegni di legge.
L'aria d'entusiasmo che si respira nel centrodestra francese è agli antipodi dell'atmosfera esistente nel Partito socialista. Il segretario François Hollande ha detto che lascerà il proprio mandato al prossimo congresso, che dovrebbe aver luogo nel giugno 2008. La sua compagna, Ségolène Royal, si è candidata alla guida del partito, dicendo che presenterà al congresso del Ps una propria mozione e annunciando implicitamente che fonderà una corrente.
La Royal ha perso nettamente le elezioni presidenziali (47% contro il 53 di Sarkozy), ma non intende assolutamente lasciare. Anzi, raddoppia: vuole guidare il partito e prepararsi a una nuova candidatura presidenziale nel 2012.


La grande fortuna di Sarkozy sta anche nel fatto che la Royal - malgrado qualche ammiccamento con Bayrou tra il primo e il secondo turno delle recenti elezioni presidenziali - vede come il fumo negli occhi ogni ipotesi di alleanza col MoDem.

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