Sarkozy «licenzia» il vertice di SocGen

da Parigi

Il presidente francese Nicolas Sarkozy si è detto, ieri sera, impegnato a «garantire l'avvenire» della banca Société Générale (SocGen), ma ha fatto chiaramente capire che il vertice di questo gruppo - compreso il presidente Daniel Bouton - deve andarsene alla svelta. La crisi, ha detto, «non può restare senza conseguenze a livello delle responsabilità». L’Eliseo è preoccupato per il rischio che SocGen - 120mila dipendenti nel mondo intero - possa essere oggetto di un’Opa ostile da parte di gruppi stranieri concorrenti. Dal punto di vista di questi ultimi, il buco di 4,9 miliardi causato dal trader Jérôme Kerviel, sarebbe compensato dal livello bassissimo delle quotazioni del titolo. Quand’anche ci fosse da mettere in conto un'ulteriore perdita a causa dei subprime, terreno su cui SocGen è esposta, alla fine l'ipotetico scalatore esterno potrebbe fregarsi le mani, avendo conquistato un gioiello storico del settore bancario francese. A Parigi gli analisti finanziari hanno le antenne ben alzate. Uno di loro, Pierre Chédeville di Cm-Cic Securities, afferma: «SocGen è stata fragilizzata e costa ormai relativamente poco, circostanza che potrebbe dare qualche idea per esempio a Unicredit, a Deutsche Bank, a Barclays o a qualche fondo sovrano».
L’azione SocGen è tanto calata da rendere plausibile ogni scenario. Il 20 aprile 2007 il titolo ha toccato il record storico: 162,79 euro. Ieri ha chiuso a 71,05, con una flessione del 3,82% rispetto a venerdì, che porta al 28,5% le perdite dall'inizio di quest'anno. In mattinata la flessione è arrivata a superare il 7%. I consiglieri economici di Sarkozy sanno che SocGen è vulnerabile da un'Opa e si orientano a organizzare un matrimonio tra questa banca e un altro grande polo finanziario nazionale. L'ipotesi data per probabile è quella della nascita di una super-banca francese attraverso la fagocitazione di SocGen da parte della rivale Bnp-Paribas, che già tentò di prenderne il controllo nel 1999. Spunterebbe così un polo finanziario impressionante, composto da Bnp, dalla banca d'affari Paribas, dall'italiana Bnl e appunto da SocGen. Intanto c'è chi dice che la Caisse des Dépôts, cassaforte di molte partecipazioni pubbliche transalpine, aumenterà la propria quota (che è oggi del 2,1 per cento) nel capitale di SocGen. L'Eliseo la starebbe spingendo in quella direzione.
Il presidente della Repubblica è impegnato nell'operazione di salvataggio della banca (che fu privatizzata nel 1987), ma vuole chiarezza e - come s’è detto - chiede la testa dei dirigenti del gruppo. Dice che «una vicenda come questa non può restare senza conseguenze sul piano delle responsabilità». Sarkozy ha pronunciato questa frase perché proprio ieri è esploso un clamoroso «scandalo nello scandalo». Con uno scenario che ricorda in modo impressionante ciò che accadde circa due anni fa a Eads (dove vari dirigenti vendettero le proprie azioni prima che la crisi della filiale Airbus diventasse di pubblico dominio), si è scoperto che uno dei massimi responsabili di SocGen, Robert Day, membro del cda, ha venduto azioni della banca per ben 85,7 milioni di euro il 9 gennaio scorso, ossia due settimane prima che (24 gennaio) circolassero le informazioni sulla «vicenda Kerviel».

Centinaia di azionisti, scottati dal crollo delle quotazioni, hanno presentato una denuncia contro ignoti per insider trading. La credibilità stessa della piazza finanziaria parigina rischia d’essere messa in discussione se non verrà fatta piena luce in tempi brevi sullo scandalo.

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