Sarkozy come il Re Sole: convoca le Camere riunite alla reggia di Versailles

Ancora nel pieno di un’acuta crisi economica, ma rafforzato da un ottimo successo elettorale alle europee, Nicolas Sarkozy convoca lunedì deputati e senatori, in seduta congiunta, per annunciare le sue «scelte strategiche» che segneranno il suo mandato presidenziale fino al 2012. È la prima volta, da un secolo e mezzo, che un capo dello Stato francese parla alle camere riunite, nel castello di Versailles, luogo simbolo di quella Francia dei re, di Luigi XIV che dominava il mondo. È stata resa possibile dalla riforma della Costituzione, modificata nel luglio scorso per iniziativa di Nicolas Sarkozy. L’ultimo fu il principe-presidente Luigi Napoleone Bonaparte che nel 1848 giurò davanti ai deputati. Allora il Senato non esisteva. Sarkozy sceglie da abile politico i tempi e i luoghi della comunicazione: più della metà dei francesi - il 56%, secondo un sondaggio Ifop - approva la sua scelta di presentare davanti ai parlamentari i suoi «grandi orientamenti in materia di politica estera, economica e sociale». Il presidente approfitta di una debolezza dell’opposizione, in primo luogo quella socialista, alle prese con lacerazioni profonde sulla linea politica e su una leadership, quella di Martine Aubry, sempre insidiata dall’ex candidata all’Eliseo, Ségolène Royal. Un’opposizione che si è divisa sull’opportunità di andare a Versailles.

I parlamentari socialisti se ne andranno nello stesso momento in cui Sarkozy avrà finito di parlare e lascerà l’aula. Cosa dirà Sarkozy a Versailles? Il portavoce del governo, Luc Chatel anticipa. «Dirà ai francesi: ecco dove siamo, ecco quello che vogliamo fare».

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