Claudio Branco festeggiava ogni gol mimando un balletto davanti alla bandierina del calcio d'angolo. Zè Eduardo lo farà sotto la gradinata Nord. «Spero di portare al Genoa l'allegria del mio Santos. Sto già pensando a un passo di danza da fare quando segnerò sotto la Nord», dice l'attaccante brasiliano già idolo della tifoseria rossoblù.
Una sola settimana è bastata per ambientarti?
«Sì e il merito è dei compagni che mi stanno aiutando moltissimo. Questo è un bel gruppo. Mi trovo bene con tutti, in particolare con Veloso. Lui mi fa da professore d'italiano».
Come te la cavi con la nostra lingua?
«Per ora parlo poche parole (dai, vai, passa), ma quando arriverò a Genova prenderò delle lezioni».
Che cosa pensi di portare al Genoa?
«Nel Santos c'era un gruppo fantastico, dentro e fuori dal campo. Tra noi giocatori esisteva un rapporto di grande amicizia e di complicità. Vorrei portare al Genoa l'allegria della mia ex squadra».
Quali sono le tue principali caratteristiche?
«La forza e la velocità. Il mio biglietto da visita sono i 27 gol segnati in una sola stagione con il Santos. Comunque faccio più assist che gol».
Preferisci giocare al centro dell'attacco o sulle fasce?
«Per me è indifferente. In Brasile ho giocato in entrambi i ruoli. Quando non c'era il mio amico Neymar ho fatto l'attaccante centrale».
Che impressioni ti ha fatto la nuova squadra?
«Ottima. Ci sono molti giocatori di qualità. Con la spinta del pubblico potremo ottenere grandi risultati».
Quali differenze ci sono tra Italia e Brasile?
«Da voi si fa più corsa e palestra e si lavora molto sulla tattica. Da noi si fa più accademia».
Per ora niente saudade?
«No, a parte quella per la mia famiglia. Purtroppo mio padre non potrà mai venire a Genova perché ha paura dell'aereo».
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