Saviano, il pentito ai pm: "Attentato? Mai detto"

Il collaboratore di giustizia Carmine Schiavone interrogato dal pm di Napoli Roberti e dal pm della Dda Ardituro rivela: "Non ho mai parlato né sono a conoscenza di progetti per uccidere lo scrittore". Le indagini continuano

Saviano, il pentito ai pm: 
"Attentato? Mai detto"

Napoli - Non ha mai parlato né è a conoscenza di un piano del clan dei Casalesi per attentare alla vita dello scrittore Roberto Saviano. Queste le dichiarazioni del pentito della camorra Carmine Schiavone, interrogato oggi dal procuratore aggiunto di Napoli Franco Roberti e dal pm della Dda Antonio Ardituro. Il collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, secondo una relazione di servizio fatta da addetti alla sicurezza e poi trasmessa alla Dda di Napoli, era l’autore della segnalazione del progetto di attentato ai danni di Saviano. La procura di Napoli prosegue gli indagini per accertare le modalità della diffusione della segnalazione.

Attentato in autostrada Nei giorni scorsi era infatti trapelata la notizia che i Casalesi avevano in mente l’eliminazione dello scrittore con un attentato in stile Capaci: bomba ad orologeria da far esplodere in autostrada mentre Saviano era in auto in compagnia della sua scorta. Il presunto progetto era stato poi riferito in una informativa stilata da un ufficiale di polizia giudiziaria e poi trasmessa ai pm della Dda.

Schiavone, pentito "affidabile" Carmine Schiavone si pentì nel 1992, allontanandosi dalla cosca dei Casalesi che aveva guidato per anni. Da tempo Carmine Schiavone vive in una località segreta ed ha cambiato identità. Dai giudici è stato sempre definito un pentito serio ed attendibile. Propro ieri, il procuratore Giovandomenico Lepore aveva riferito che le dichiarazioni rese da Schiavone erano "da verificare" e aveva anche definito il pentito "attendibile".

E così, mentre da due giorni si registrano un susseguirsi di dichiarazioni di solidarietà all’autore del best seller Gomorra, dalla Procura di Napoli trapela la notizia secondo cui il pentito, che come si era appreso in un primo momento aveva fatto sapere di essere a conoscenza di un presunto attentato nei confronti dello scrittore, ha invece negato questa circostanza.

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