Savona, è guerra aperta fra ex democristiani

Savona, è guerra aperta fra ex democristiani

Guerra intestina tra ex democristiani a Savona per la (presunta) appropriazione del simbolo che si richiama allo scudo crociato. «Presenteremo ricorso contro il simbolo presentato dalla Dc per le elezioni provinciali, non perché siamo in contrasto con loro, ma per tutelare il nome del nostro partito e il simbolo che ci spetta di diritto, ma soprattutto per non confondere le idee agli elettori»: è quanto annuncia con particolare enfasi il segretario provinciale dell’Udc, Roberto Pizzorno, il giorno dopo la riammissione nella competizione elettorale della lista Democrazia Cristiana in appoggio al candidato Angelo Vaccarezza. «Sul ricorso - sottolinea Pizzorno - decideremo durante la segreteria politica convocata in queste ore».
A decidere già per il ricorso al Tar, invece, è il Pdl, dopo la decisione della commissione elettorale di confermare l’esclusione del partito dalle Provinciali savonesi. Nell’occhio del ciclone resta più che mai Angelo Barbero, consigliere comunale dello stesso partito ad Albenga, che ha curato la raccolta delle firme contestate. «Sulla validità di firme regolarmente espresse e regolarmente ricevute ed autenticate - sostiene Barbero - ha prevalso l’ipotesi che la mancanza della parola “Albenga“ a pochi centimetri dal timbro del Comune con la parola “Albenga“ ben visibile fosse sufficiente per l’invalidazione delle stesse. Ne prendo dolorosamente atto. È una vicenda che ha aspetti kafkiani, essa cade come una mannaia sul lavoro di tanti volontari e sostenitori, che ringrazio anche per le numerose manifestazioni di affetto e solidarietà». Ma il «colpevole» aggiunge anche: «L’ingiusto e immeritato danno alla mia persona non mi preoccupa in quanto possiedo risorse intellettive di volontà e carattere che mi consentono di sopportare anche cose più grandi e più importanti di questa amara vicenda - conclude Barbero -. Non so, invece, come farò a sopportare il danno che hanno i candidati consiglieri esclusi per una interpretazione che lascia interdetti. L’altra lista esclusa (Partito comunista dei lavoratori) per gli stessi motivi è ricorsa, per l’autenticazione, a un funzionario comunale che ha avuto lo stesso mio comportamento, non mi sembra trascurabile».
Nel frattempo, lo stesso Barbero, che è capogruppo in Regione dei biasottiani del gruppo «Per la Liguria nel Popolo della libertà», incassa la solidarietà dell’onorevole Sandro Biasotti: «Smentisco quanto riportato da un organo di stampa cittadino, secondo cui - dichiara Biasotti - avrei detto che non conosco Barbero. Ovviamente lo conosco e lo stimo. Avevo detto invece al giornalista che non conosco in dettaglio la norma che ha fatto escludere la lista. Mi auguro anch’io che ci siano gli estremi per superare il problema».


Intanto ieri il Pdl ligure ha nominato un secondo vice coordinatore regionale: accanto a Eugenio Minasso opererà anche Giandomenico Barci, già spina dorsale degli «arancioni» di Sandro Biasotti. Un valido aiuto in più per il coordinatore regionale Scandroglio.

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