La chiave. Purtroppo non sto scrivendo della chiave, film erotico del 1983 di Tinto Brass con Stefania Sandrelli, ma sto parlando della ennesima zeppa che la provincia di Savona mette nelle attività istituzionali dei consiglieri di minoranza e anche di quelli di maggioranza.
È una presa per i fondelli che perdura da circa tre anni; infatti dal 2005 si susseguono riunioni in cui viene chiesta e richiesta la possibilità di avere una chiave di accesso agli uffici dei gruppi consiliari, per poter svolgere la normale attività istituzionale anche al di fuori degli orari di apertura del palazzo della provincia.
Ogni volta che presentiamo la richiesta ci troviamo di fronte ad un muro di gomma: bisogna precisare a chi, come, dove, verrà consegnata questa diabolica chiave di accesso, ma nel concreto, dopo ben 36 mesi di richieste, la chiave o almeno una possibilità di accesso fuori orario rimane una chimera. Gli assessori, il presidente, i funzionari hanno questa chiave di accesso, i consiglieri di minoranza e anche qualcuno della maggioranza, invece non hanno questo grande privilegio.
Evidentemente la provincia ritiene che i locali del palazzo, possano essere usati per finalità poco ortodosse e magari anche illecite dai consiglieri provinciali: festini, orge collettive, droga party, pigiama party etc., ma la realtà e che ciò che è estremamente utile e essenziale per i consiglieri sono unicamente i fax, i computer e le fotocopiatrici presenti allinterno del palazzo provinciale.
Intanto la farsa della chiave continua e noi per poter svolgere le nostre attività istituzionali dobbiamo essere condizionati dallorario degli uffici e dalla apertura del palazzo. È il solito sistema per dimezzare le chance della minoranza che combatte appiedata contro la cavalleria pesante.
*Consigliere Gruppo Misto
Provincia di Savona
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