(...) un altro modo di creare, comunicare e partecipare. È questa l'innovazione più potente: per fare innovazione, non solo nella cultura, bisogna rinnovare il modo con cui si fanno le cose. Il web è la nuova logica del cambiamento: coinvolgimento, condivisione, sviluppo. Allora mi domando: perché non organizzare una «rete dei talenti» come concorso per far conoscere a Genova, e all'Italia, i giovani artisti del web? Perché non istituire competizioni tra progetti creativi su temi di interesse pubblico e poi sostenerne la realizzazione? Perché, ancora, non realizzare corsi o conferenze pubbliche sull'utilità sociale del web, ad esempio per anziani, imprese, immigrati, studenti? No, il web non è solo Facebook. È un mondo popolato anche da giovani di talento. Però questi giovani non trovano sbocchi nelle loro realtà locali. Qualche tempo fa ho intervistato lo spezzino Carlo Zanni, un giovane artista famoso in tutto il mondo grazie alle sue creazioni artistiche su internet. Zanni espone nelle grandi capitali del mondo. Ma in Liguria Zanni è quasi uno sconosciuto. Ecco, è un piccolo caso che mi ha gettato nello sconforto. Anche perché c'è un piccolo segreto, che conoscono «soltanto» qualche miliardo di persone in tutto il mondo, ma non la classe governante genovese: il web costa poco o niente. Dunque ci sono i talenti e le energie per la vera innovazione culturale. Ci sono anche le possibilità tecniche.
Volete fare cultura e innovazione? Fate rete, che è la nuova cultura. Proprio come fa il mondo, almeno quella parte del mondo che ha scelto la realtà. Peccato che Genova abbia scelto male.*studioso delle Culture Digitali
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