Sbagliato dividere si promuova invece il confronto

«Non ci sono gap da colmare, ma predisposizioni diverse da valorizzare». Maria Rita Parsi, psicoterapeuta, si infervora a sentire i risultati dello studio britannico sull’apprendimento di maschi e femmine a scuola. E si anima ancora di più quando si arriva alle conclusioni degli esperti inglesi, che suggeriscono classi separate per sesso. «Gli studenti non sono mucche da mungere per migliorare il rendimento futuro delle aziende. Sono persone, che in base al sesso, hanno attitudini diverse sì, ma spesso influenzate dal contesto sociale».
Vuole dire che la convinzione dei maschi di essere più portati per scienze e quella delle femmine di essere più abili nella letteratura e nell’arte è un fatto culturale e non naturale?
«Sì, certo. Per anni le donne hanno amministrato i conti in casa. Perché nelle amministrazioni ci sono invece così tanti uomini?».
Perché? Ce lo spieghi.
«Perché le donne hanno sviluppato una sorta di understatement. La società, le ha portate a ritenersi più abili in altri settori, a veder denigrate le proprie capacità intellettuali. Negli anni questa convinzione è stata trasferita geneticamente alle donne, che sono passate quindi a un’involuzione».
In realtà lo studio dice che sono i maschi ad arrancare a quell'età.
«Be’, questo non mi stupisce affatto. Le donne hanno la capacità di guardare i problemi con flessibilità, hanno un’intelligenza diversa, spesso più produttiva che però in molti casi non viene loro riconosciuta».
Fa la femminista?
«No, affatto. Però sono convinta che ci vuole una società che riconosca i pregi dell'intelligenza femminile e li faccia convivere insieme a quelli dell'intelligenza maschile. Invece, anche nel mio mestiere, ci sono tante donne, ma sono considerate solo seguaci di grandi uomini».
Nel suo mestiere, le sue predisposizioni femminili sono servite?
«Certo, capacità all'ascolto, all'accoglienza, all'empatia. Eppure anche nella psicoanalisi si ricordano sempre uomini, Freud, Jung».


Ma è certa che le classi separate non aiutino i due sessi a lavorare di più sui propri limiti e a valorizzare i propri pregi?
«Di separazioni ce ne sono già troppe. La scuola ha bisogno di insegnanti competenti e di confronto fra sessi» .

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