Sbarchi, l'Ue a Frattini: "Stiamo facendo molto"

Botta e risposta tra Farnesina e Commissione Ue. Il ministro Frattini accusa: "La priorità dell'Italia è salvare le vite, ma l'Ue collabori". L'Ue replica: "Forte impegno per contrastare l'emergenza sbarchi". La procura indaga su tre eritrei superstiti per immigrazione clandestina

Sbarchi, l'Ue a Frattini: "Stiamo facendo molto"

Bruxelles - Botta e risposta tra Farnesina e Commissione europea. Ier il ministro degli esteri, Franco Frattini, aveva accusato: "La priorità dell'Italia è salvare le vite: vogliamo aiutare chiunque sia in pericolo. Ma l'Ue collabori". Oggi Bruxelles ha, poi, replicato a stretto giro: "Da parte nostra c'è un forte impegno per contrastare l'emergenza sbarchi". Intanto la procura di Agrigento ha fatto sapere che tre eritrei sopravvissuti "saranno iscritti nel registro degli indagati per immigrazione clandestina".

La replica di Bruxelles "L’Ue e la commissione europea stanno facendo molto nell’area dell’immigrazione", ha detto uno dei portavoce della commissione Ue, rispondendo alle accuse del ministro degli Esteri, Franco Frattini, che aveva denunciato l’assenza dell’Europa di fronte al problema dell’immigrazione clandestina. Il portavoce ha sottolineato che la commissione sta lavorando molto con gli stati Ue e con i Paesi vicini e che il suo vicepresidente, Jacques Barrot, nei mesi scorsi si è recato a Lampedusa, a Marla, nelle Canarie, in Grecia e si appresta a visitare in autunno la Turchia e la Libia. La questione, ha indicato il portavoce, è quella di mettere in piedi strumenti finanziari politici e diplomatici, "per fermare le tragedie che abbiamo visto la scorsa settimana".

Un problema da affrontare Il portavoce Dennis Abbott ha ricordato che la questione immigrazione è stata discussa recentemente da Barrot con il ministro dell’Interno, Roberto Marroni, e che il vicepresidente della Commissione Ue ha detto già in varie occasioni che è necessario trovare una maniera "per meglio dividere il peso a livello europeo" dell’arrivo degli immigrati clandestini. Il portavoce ha anche segnalato la necessità di dare seguito alle conclusioni del consiglio europeo di giugno nelle quali si afferma "chiaramente" che "la fermezza, la solidarietà e la responsabilità condivisa sono essenziali in un approccio globale" nei confronti dell’immigrazione.

Tre eritrei indagati La procura di Agrigento interrogherà questo pomeriggio due dei cinque eritrei soccorsi giovedì scorso a sud dell’isola di Lampedusa. "Fra oggi e domani i tre maggiorenni - spiega ad Apcom il procuratore capo di Agrigento, Renato Di Natale - saranno iscritti nel registro degli indagati per immigrazione clandestina". Per gli altri due, minorenni, analoga iscrizione dovrà farla la Procura presso il tribunale per i minorenni di Palermo. Saranno quelli dei superstiti, quindi, i primi nomi "noti" che saranno iscritti nel registro degli indagati. L’indagine avviata dalla procura della città dei templi, per ora, è per omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma è contro ignoti. "Abbiamo accertato la nostra competenza territoriale - spiega ancora Di Natale - perché i cinque eritrei sono arrivati sul nostro territorio illegalmente. Per avviare una indagine per omissione di soccorso, che sarebbe stata compiuta da una decina di imbarcazioni nel Canale di Sicilia e, per ultima, da una motovedetta di Malta, bisognerà prima accertare la competenza territoriale della procura Agrigentina. Provare cioè che l’omissione è avvenuta in acque di competenze italiane". E sarà assai arduo affermarlo e provarlo visto che è improbabile uno "sconfinamento" delle motovedette maltesi.

I dubbi sull'intervento maltese Quel che è certo è che gli investigatori hanno trovato cinque salvagenti, di fabbricazione italiana che "sembrano appartenere alle autorità maltesi" dice ancora Di Natale. E questo confermerebbe il "contatto" fra il gommone e la motovedetta dell’isola dei Cavalieri, su di cui hanno parlato i migranti dopo aver raccontato della morte di loro 73 compagni di viaggio.

Se dovesse esserci stata una omissione di soccorso, ma solo nell’ipotesi in cui venga accertata la compteneza della procura italiana, potrebbe essere avviata una rogatoria internazionale per chiedere alla magistratura Maltese di interrogare i componenti d’equipaggio della motovedetta che ha fornito carburante e salvagente agli eritrei.

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