Alla sbarra il fidanzato dell’ex modella Ma le perizie potrebbero riaprire il caso

Katerina Mathas, l’ex modella madre del piccolo Alessandro, il bimbo di 8o mesi seviziato e ucciso nel marzo scorso in un residence di Nervi, in una notte da sballo di coca, non è stata ammessa come parte civile nel processo iniziato ieri che vede alla sbarra il suo compagno occasionale, il broker marittimo di 29 anni, Giovanni Antonio Rasero. Un dibattimento non dall’esito così scontato e che potrebbe chiamare in causa ben più direttamente la madre della vittima, la cui posizione era stata derubricata a semplice abbandono di minore. In aula sono stati ascoltati i primi cinque testimoni: il vice commissario della omicidi della Mobile di Genova, due infermiere del pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Gaslini, la portinaia del residence di Nervi e la titolare del bar, dove il broker faceva colazione.
«La madre del bimbo - ha raccontato durante l’esame Miriangela Ottaviano, vigilante d’infanzia del Gaslini - era molto provata, quando è arrivata quella mattina. Quando le abbiamo detto che era morto è entrata nella stanza gridando: «Ale sono la mamma. Guardami. Alzati e andiamo via».
Ma gli avvocati dell’imputato sembrano fiduciosi. Quando presenteremo le prove, se ne vedranno delle belle».

Il riferimento è anche al documento del perito di parte, il medico Marco Canepa, che ha consegnato una relazione tecnica sui segni del morso riscontrati sul piedino del bimbo. Sembra che le impronte non corrispondano a quelle di Rasero.

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