Prima di tutto, ci sono i fondi già incassati e che finalmente si possono spendere per le grandi opere. La mozione presentata alla Camera martedì scorso dal Pd e approvata coi voti della maggioranza e lassenso del governo, ammorbidisce il patto di stabilità per i Comuni virtuosi. E per Milano si traduce nel via libera ai 100 milioni di euro provenienti da vendite immobiliari o azionarie che rischiavano di rimanere «congelati» dalla circolare Tremonti. Ora, conferma il sindaco Letizia Moratti, «stiamo già lavorando per portare alla riunione del Cipe a giugno i progetti esecutivi della seconda tratta della linea 4 e 5 della metropolitana, contiamo di aprire i cantieri per la 4 già a inizio 2010». Ma Palazzo Marino non perde tempo e guarda già alla dismissione - se vendita o affitto, lo valuterà caso per caso - di 36 immobili in centro. Un riordino degli uffici. Lelenco deve ancora essere approvato, ma dovrebbero finirci dritti lanagrafe di via Larga, il comando dei vigili di piazza Beccaria, la sede dei servizi sociali in largo Treves, gli uffici del Comune in Galleria, gli stabili di via Bagutta 12, corso Vercelli 22, via Zecca Vecchia 3 o Conchetta 18, via De Amicis. And so on. Sedi che troveranno un unica casa in zona Garibaldi-Repubblica, scelta dal Comune per trasferire il proprio quartier generale (ma resta intoccabile Palazzo Marino), in primis gli assessorati e i servizi al pubblico. Un totale di 5mila dipendenti - che avranno anche lasilo interno per i bambini -, un risparmio complessivo di 5 milioni lanno sulle spese di gestione. Meno spostamenti da una sede allaltra, una sola reception, sistemi di sicurezza concentrati. Una boccata dossigeno per lamministrazione (che potrà usare le risorse per servizi ai cittadini) ma anche per i residenti che potranno sbrigare più pratiche ad un unico indirizzo. «Continuiamo il lavoro di riduzione dei costi della politica e della burocrazia iniziato nel 2007 - sintetizza il sindaco -, che ci aveva portato a risparmiare 14 milioni allora, lanno dopo nove, saranno 37 milioni nel 2009». Ieri la giunta ha dato quindi il via libera alla delibera che prevede laccorpamento delle sedi centrali in ununica area. Liter parte con lavviso pubblico, una commissione tecnica valuterà le proposte, ci sarà la gara: almeno un anno per la parte burocratica. Tre le strade: lacquisto dei grattacieli delle Fs a Garibaldi, la costruzione di un palazzo ex novo allinterno della Città della Moda oppure la realizzazione o la ristrutturazione di uno stabile in via Pirelli («questultima è lipotesi da cui partiremo», precisa, ma sono solo 30mila metri quadrati sui 90mila necessari). Ci finiranno gli assessorati, larea tecnica, servizi come lanagrafe. La scelta è finita su quellarea, spiega la Moratti, perché «è molto ben servita da autobus e metropolitana, ha fermate del passante ferroviario, parcheggi». Non sono a rischio ovviamente le sedi decentrate, che continueranno a funzionare anche in futuro. Nella scelta si presterà molta attenzione «allaccessibilità per i disabili». Loperazione, ovviamente, punta a valorizzare economicamente quel patrimonio di stabili del centro che fanno gola ai privati: dagli uffici in Galleria al palazzo di largo Treves.
Critico il capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino: «Se oltre a una simile iniziativa, di cui ad oggi si ignorano totalmente i termini, il sindaco ne sviluppasse altre il risparmio sarebbe più concreto: dallaccorpamento degli assessorati alla Cultura, Tempo libero e Turismo, alleliminazione dellinutile assessorato al Decentramento e alla rivisitazione dei contratti doro dei dirigenti».
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