I primi dati sulle vendite di Natale, in particolare in alcuni settori come l’abbigliamento e l’elettronica, sembrano indicare che i consumi tengono. Il temuto crollo non c’è stato. Ci sono segnali di vitalità anche dal settore industriale. Ministro Scajola, come vede la situazione dal suo osservatorio?
«Vedo una conferma del fatto che le nostre famiglie - risponde il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola - non hanno modificato il loro stile di vita, come il presidente Berlusconi e tutto il governo avevano esortato a fare. Gli italiani hanno dimostrato ancora una volta la loro saggezza; hanno capito che con le riduzioni significative del prezzo del petrolio e dei tassi d’interesse sulle rate dei mutui il loro potere d’acquisto non soltanto non si è eroso, ma anzi aumenta, almeno per chi percepisce un reddito fisso. I dati smentiscono i profeti di sventura e confermano che il governo ha fatto bene a sostenere le famiglie in difficoltà e i lavoratori a rischio disoccupazione rafforzando gli ammortizzatori sociali, evitando di appesantire i conti pubblici con una riduzione generalizzata della pressione fiscale».
Il forte calo delle quotazioni energetiche potrebbe consentire nel 2009 un enorme risparmio: sommando benzina e gas meno cari e i tassi d’interesse più bassi sui mutui si calcola un bonus da 2.000 euro l’anno a famiglia.
«Guardi, i 2.000 euro potrebbero anche aumentare. Dal 1° gennaio le bollette di gas e luce avranno, rispettivamente, una riduzione dell’1% e del 5,1%; ed anche i successivi adeguamenti di aprile e giugno segneranno ribassi ancor più significativi. Tutti gli italiani si sono resi conto, recandosi al distributore, che il prezzo della benzina è sceso da 1,56 euro di luglio a 1,10 di oggi, quasi il 30% in meno. E non dobbiamo dimenticare che il forte calo del petrolio incide su tutti i prezzi al consumo: domani l’Istat comunicherà i dati relativi all’inflazione di dicembre, e molto probabilmente la riduzione sarà molto consistente. Ci aspettiamo dunque che nel 2009 i prezzi, le tariffe i mutui e le bollette si riducano in maniera significativa».
A proposito di energia, la controversia fra Russia e Ucraina potrebbe avere conseguenze sulle forniture e sui prezzi del gas nel nostro Paese?
«Stiamo monitorando costantemente la situazione, facendo tesoro della precedente crisi energetica fra Russia e Ucraina a cavallo fra il 2005 e il 2006, che riuscimmo a gestire con apprensione, ma brillantemente. In ogni caso, ho già predisposto i decreti che possono assicurare la massimizzazione degli approvvigionamenti da altri Paesi nostri fornitori, come Libia, Algeria, Norvegia, Gran Bretagna e Olanda. Lo stoccaggio di gas è ai massimi livelli, grazie a un inverno finora mite in tutta Europa. Inoltre, a breve entrerà in funzione il rigassificatore di Rovigo, che immetterà nella nostra rete gas proveniente in massima parte dal Kuwait. Una volta a regime, l’impianto assicurerà il rifornimento del 10% dei consumi italiani. Dunque, la situazione è sotto controllo. Ma ormai la controversia fra Russia e Ucraina è diventato un problema strutturale, con ragioni più politiche che economiche. Per questo è ancora più importante prevedere una strategia di diversificazione che ci affranchi dagli umori di Paesi politicamente instabili. È altrettanto importante diversificare le fonti energetiche, col ritorno al nucleare e l’aumento del contributo delle energie rinnovabili».
Nel complesso, come vede il quadro 2009 della nostra economia? È così negativo, come dice il centrosinistra, oppure ci sono margini per tamponare la crisi e prepararsi alla ripresa?
«L’Italia, non c’è dubbio, risente della crisi in atto, anche se mi sembra di poter dire che la nostra economia ha buoni fondamentali: un sistema bancario che ha limitato i rischi, una realtà manifatturiera che in Europa è seconda solo alla Germania, la grande forza della piccola e media impresa. L’aumento dell’export nel 2008 conferma che le aziende italiane si sono ristrutturate e sono sempre più aggressive sui mercati mondiali. Le nostre imprese hanno capito che devono puntare sull’innovazione, come dimostra il successo dei programmi di incentivi alla ricerca «Industria 2015». Ai primi tre bandi hanno partecipato 5mila imprese con 600 progetti che concorrono alla distribuzione di 570 milioni di euro. Bisogna vivere la crisi senza paura. Se i consumatori non modificheranno le loro abitudini, l’Italia saprà trovarsi pronta per la ripresa che arriverà prima di quanto le Cassandre prevedono».
Gli investimenti pubblici hanno un ruolo essenziale. Quali saranno gli interventi più importanti dei prossimi mesi?
«Abbiamo già attivato, all’ultima riunione del Cipe, interventi in infrastrutture stradali, autostradali e ferroviarie per 16,6 miliardi di euro. A breve daremo seguito ai provvedimenti di sostegno per l’innovazione tecnologica, la banda larga, l’edilizia scolastica, carceraria e sanitaria, i beni culturali.
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