Scala, Albertini dice no alla Provincia «Paghi con i soldi del dividendo Sea»

Sì all’aumento dei membri del cda da 7 a 9

Sabrina Cottone

Se la Provincia vuole entrare nel consiglio d’amministrazione della Scala, usi i soldi del maxidividendo Sea. Il consiglio per Filippo Penati è in una lettera del sindaco, Gabriele Albertini, spedita il 30 gennaio scorso, e che spiega come mai ancora una volta la Provincia non può entrare nella stanza dei bottoni del Piermarini. «Circa la possibilità della Provincia di essere rappresentata nel cda - scrive il sindaco e presidente della Fondazione Scala - attesa la normativa, recentemente approvata, che consente di aumentare il numero dei consiglieri da 7 a 9, proprio in data odierna l’assemblea della Sea spa ha deliberato la distribuzione di un dividendo straordinario di 200 milioni di euro. La quota spettante alla Provincia (14%) è di 28 milioni». E a seguire: «Se la giunta provinciale lo riterrà, potrà decidere di versare in un’unica soluzione la somma residua...». Insomma, è il ragionamento di Albertini, dal momento che Penati ha il denaro cash, lo utilizzi per entrare in lizza tra gli aspiranti consiglieri d’amministrazione della Fondazione Scala. Già, perché tra i soci fondatori ci sono società che hanno già investito somme ingenti e maturato diritti. E in questo momento tra i nomi che circolano per il consiglio d’amministrazione ci sono Banca Intesa e le Generali.
Penati non commenta. Anche se con i suoi gira la parola «ripicca» per definire la decisione di Albertini, ufficialmente il presidente della Provincia ha girato la pratica al suo assessore alla Cultura.
E Daniela Benelli attacca: «Questa decisione si pone in linea di rottura contro la volontà più volte ribadita dal ministro dei Beni culturali, Buttiglione. Il presidente del cda della Scala si è assunto una responsabilità le cui motivazioni restano incomprensibili». Secondo Albertini, che l’ha più volte ribadito, le motivazioni sono economiche e di diritto: in pratica «serve un versamento di 10,6 milioni di euro». Secondo la legge sulle fondazioni liriche del maggio 2005 per avere un posto nel cda bisogna versare 5,2 milioni e impegnarsi a versare altri 5,4 milioni nei due anni successivi.

Conclude Albertini: «Con l’impegno a versare la somma di 5,4 milioni suddivisi tra l’anno scorso e il seguente e il necessario voto dell’assemblea, è quindi accessibile la richiesta della provincia di esprimere un consigliere». Come dire: se pagate, potete fare domanda. E ieri il cda ha formalizzato l’aumento da 7 a 9 del numero dei membri del cda. La Provincia al momento resta fuori.

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