Scala, la "prima" dei presidenti La Moratti: serata dei milanesi

Il teatro più prestigioso del mondo inaugura la stagione con il "Tristano e Isotta" di Wagner diretto da Barenboim. Applausi per Napolitano e l'inno di Mameli. Un minuto di silenzio per i morti di Torino. Atmosfera rinascimentale a Palazzo Marino

Scala, la "prima" dei presidenti 
La Moratti: serata dei milanesi

Milano - Un applauso scrosciante ha accolto l’ingresso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel Palco reale del Teatro alla Scala, per la "prima" dei presidenti, come è stata definita l'apertura della stagione con il "Tristano e Isotta" di Wagner diretto dal maestro Barenboim (insignito oggi dal capo dello Stato dell'onorificenza di Cavaliere di Gran croce). Una prima internazionale, ed elegante come non si ricordava da anni (ma anche sobria e quindi molto "meneghina"). Moratti-style, insomma.

Un minuto di silenzio per i morti sul lavoro Le note dell’Inno di Mameli hanno dato il via all’apertura della stagione lirica, dalla sala è quindi partito un applauso rivolto all’orchestra. Ma il momento più toccante è stato il minuto di silenzio osservato per commemorare i morti sul lavoro di Torino. «La direzione, gli artisti, gli ospiti e i lavoratori del teatro - ha annunciato una voce fuori campo - invitano a un minuto di silenzio in commemorazione del grave incidente sul lavoro avvenuto a Torino». Durante il momento di riflessione le orchestrali, il pubblico dei palchi e le prime file della platea si sono alzati in piedi.

La Moratti: tradizione che si rinnova, serata di tutti i milanesi «È una tradizione che ogni anno si ripete, anche quest’anno rinnovata: una grande prima con un grande direttore tedesco». Lo ha detto il sindaco Letizia Moratti all’entrata alla Scala. «Voglio dedicare la serata a tutti coloro che dalla musica possono trovare un insegnamento al dialogo». Il sindaco accogliendo i numerosi ospiti nazionali ed internazionali per la prima del Teatro scaligero, ha voluto così sottolineare l’internazionalizzazione dell’evento e l’apertura ad ogni possibile dialogo, sia politico che culturale. «La musica - ha sottolineato Letizia Moratti - è un linguaggio universale e in questo momento c’è bisogno di un dialogo interculturale e intereligioso». Quanto alla presenza di tanti ministri stranieri «penso - ha spiegato il sindaco - che questo sia lo spirito in cui Milano si vuole proporre al mondo offrendo le proprie eccellenze». La folta presenza di rappresentanti delle istituzioni internazionali sono il segno, secondo Letizia Moratti, «dello spirito con cui Milano vuole proporsi al mondo offrendo le proprie eccellenze. Questo è lo spirito della Scala - ha concluso - ed anche dell’Expo 2015», per ospitare il quale Milano è candidata. E tra l'altro, dopo la prima ci sarà la serata di gala a Palazzo Marino, la casa dei milanesi, che torna ai fasti del Rinascimento con la cena d'autore tra risotto e panettone.

Sfilata di personalità politiche e Vip Sono davvero tanti i politici che questa sera sono presenti all’inaugurazione della stagione lirica. Fra i primi ad arrivare, accolto dal sindaco di Milano Letizia Moratti e dal sovrintendente della Scala Stephane Lissner, è stato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano accompagnato dalla moglie Clio. Ma poco dopo, fra gli altri, sono arrivati anche il presidente della Repubblica tedesca Horst Koehler e quello della Repubblica austriaca Heinz Fischer, il presidente greco Karolos Papoulias. Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni è arrivato accompagnato dal vicepresidente Viviana Beccalossi. Fra gli ultimi a fare il suo ingresso è stato un altro Capo di Stato, l’emiro del Qatar, sceicco Hamad Bin Khalifa Al-Thani. Dietro di loro sono sedute il sindaco di Milano, Letizia Moratti, la moglie del presidente Napolitano, Clio, e la moglie dello sceicco, Moza, con in testa un turbante bianco e indosso un lungo e accollatissimo vestito bianco con le maniche nere.
Ma alla Scala questa sera sono presenti, fra gli altri, il vicepremier e ministro dei beni culturali Francesco Rutelli, il ministro per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini, il sottosegretario agli esteri Bobo Craxi e l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta. Gianni De Michelis, Gianni Letta, Vittorio Sgarbi. Nei giorni scorsi era stata annunciata la presenza di 19 ministri stranieri, e fra loro Christine Albanel, ministro della Cultura francese, oltre ad alcuni sindaci di grandi città estere. Ben rappresentato anche il mondo dell’economia e della finanza, con Paolo Scaroni, Giovanni Bazoli, Gabriele Galateri di Genola, Roberto Poli, Cesare Romiti, Fabrizio Viola, Corrado Passera, Alessandro Profumo, Franzo Grande Stevens, Pier Gaetano Marchetti, Mario Boselli, Elio Catania, Antonello Perricone, Enrico Salza, Diana Bracco, Luigi Roth, Bruno Ermolli, Carlo Sangalli, Francesco Micheli, Enrico Salsa, Gaetano Miccichè, Piero Modiano. Presente anche l’ex ministro della Sanità, l’oncologo Umberto Veronesi. L’ingresso delle autorità è stato vivacizzato dalla presenza di Dario Ballatini e dalle jene.

In piazza sessanta manifestanti Sono circa una sessantina i manifestanti che si sono ritrovati a manifestare per ragioni diverse in piazza Scala nel giorno della prima. Una "prima" senza qualche contestatore, bèh... non sarebbe una vera "prima". Ma il numero esiguo segna forse il definitivo tramonto della prima dell'effetto-vetrina per richiamare l’attenzione sulle proprie lotte. I più visibili, grazie a un potente impianto audio che da oltre due ore riversa sulla piazza canzoni di lotta e rivendicazioni per «un lavoro non precario con un salario europeo», sono circa una trentina di militanti della Confederazione unitaria di base (Cub), tra cui alcuni operai dell’Alfa Romeo di Arese in cassa integrazione. Posti a fianco degli operai ci sono una trentina di militanti radicali dell’associazione Enzo Tortora di Milano che espongono cartelli relativi all’assegnazione di otto seggi da senatore delle elezioni politiche del 2006 sui quali pendono i ricorsi della Rosa nel pugno. Poco più in là altrettanti manifestanti eco-ambientalisti delle associazioni Gaia, Animali & Ambiente e Amici della Terra che protestano contro le pellicce. Pellicce viste indossate da pochissime signore che intorno alle 16.30 si recavano in teatro.

Napolitano: opera sublime «Veramente bello, un opera straordinaria, sublime»: questo il commento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla fine del secondo tempo di "Tristan und Isolde". Il Presidente ha espresso tutto il suo compiacimento mentre si recava salutare gli artisti alla fine del secondo atto.

Applausi e critiche Ma se tutti hanno amato la musica, alcuni hanno invece apprezzato meno le scenografie, considerate troppo lontane dal periodo storico in cui si svolge l’opera ottocentesca di amore e morte di Richard Wagner. "La regia mi fa orrore", ha detto senza troppi giri di parole Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura del Comune, critico soprattutto nei confronti dei costumi e dell’ambientazione, imponenti ma allo stesso tempo minimalisti, nelle forme e nei colori. "Se Wagner fosse vivo, prenderebbe a pugni (il registra Patrice) Chéreau", ha aggiunto provocatorio, alla fine del primo dei tre atti dell’opera. "Tutto è ribaltato, ci devono essere operai e contadini anche nel Tristano e Isotta, per far diventare comunista Wagner o dimostrare che non era nazista". "C’è la volontà di trasportare tutta la situazione in una officina, la forzatura di ambientare una cosa dove non c’entra e non si capisce perché", ha proseguito, dando voce anche ad altri spettatori illustri dello stesso parere, come l’ex-giudice Francesco Saverio Borrelli, noto melomane. "Ma nel complesso è bello, l’atmosfera c’è, la musica è perfetta, le voci sono belle...uno chiude gli occhi e ne trae qualche beneficio, ma allora si risparmiava quel milione e 200.000 euro che sarà costata la scenografia e i soldi si potevano dare orchestrali", ha concluso Sgarbi, secondo cui la musica di Wagner è stata "violata" dalle immagini.
Entusiasta il presidente della Regione Roberto Formigoni, che ha definito l’opera "spettacolare" e si è detto certo che questa prima sarà "un ennesimo biglietto da visita" per Milano alla candidatura per l’Esposizione mondiale del 2015. "Sappiamo che non basta essere i più bravi, dobbiamo intensificare le nostre azioni...

Ma il palco reale non è mai stato così affollato, gli ospiti stranieri sono rapiti, stupefatti, attoniti dall’opera, dalla sublimità della musica e del canto e dall’imponenza delle scenografie". Dello stesso parere anche il ministro della Cultura Francesco Rutelli.

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