Cronaca locale

La Scala festeggia il Mozart italiano

La mostra al Museo teatrale curata da Crespi e Crivelli

Elsa Airoldi

Il 27 gennaio cade il duecentocinquantenario della nascita di Mozart (Salisburgo, 1756-Vienna, 1791). Il mondo si incendia di celebrazioni. Festeggiamenti destinati a coinvolgere i numerosissimi luoghi mozartiani, e tra questi, certo non ultimo, l'asse Salisburgo-Vienna-Milano cui è dedicata una mostra. L'Italia, patria del melodramma, si identifica soprattutto nella Milano asburgica che non esita a commissionare al giovanissimo Amadeus Mitridate (1770), Ascanio in Alba (1771) e Lucio Silla (1772). Destinazione il Teatro Ducale poco prima che, in seguito al suo incendio, venisse edificata la Scala (1778).
Ma il catalogo delle opere mozartiane sul libretto italiano (al suo servizio gente come Metastasio, Parini, Goldoni... ) è assai nutrito. Oltre alla celeberrima trilogia di Lorenzo Da Ponte (Nozze, Don Giovanni e Così fan tutte) si parte dalla Finta semplice del 1768 per continuare con Sogno di Scipione (1772), Finta Giardiniera (1774/75), Re pastore (1775), Idomeneo (1781), Oca del Cairo (1783), Sposo deluso (1783) e Clemenza di Tito (1791).
Non tutte rappresentate alla Scala. Dove anzi il secondo Ottocento, in tutt'altre faccende affaccendato, segna un lungo ristagno. E Amadeus, per la sua Rénaissance, deve aspettare gli anni Quaranta del '900. Quando, dopo il Flauto di Toscanini (1923), le storiche Nozze di Richard Strauss (1928), il Don Giovanni di Guarnieri-Walter (1929) e le Nozze di Victor De Sabata (1938) si deve attendere l'entusiasmo di Gino Marinuzzi che tra il '41 e il '45 mette in fila Così, Nozze e Don Giovanni. Più avanti Mozart troverà i suoi più pugnaci paladini in Karajan, Abbado e Muti.
Dicevamo 27 gennaio. Il giorno in cui dalla Grosse Festspielhaus di Salisburgo viene trasmessa in eurovisione l'intessuta maratona mozartiana programmata da Riccardo Muti. Mentre i teatri e le istituzioni dell'orbe si contendono come sanno e possono l'evento. E da noi, a Milano, in quattro spazi del Museo Teatrale della Scala, si inaugura appunto la mostra Mozart alla Scala, le opere italiane. Curatori Vittoria Crespi Morbio e Filippo Crivelli.
Si tratta il tema con teatrini, bozzetti, figurini, foto, video, costumi, musiche. Si passa dalla monocromia delle ombre cinesi di Lotte Reiniger, che introduce, al trionfo coloristico di Eugene Berman per Così fan tutte. Dalle storiche scene dei fratelli Galliari alle moderne rivisitazioni di Chéreau. Se Vittoria Crespi diversifica gli ambienti con una ricerca attenta e meticolosa, Pippo Crivelli, il regista milanesissimo e poeticissimo che tutti abbiamo imparato ad amare, mette assieme quello che manca nei quaranta minuti di un film commentato dalle ouvertures di Mitridate, Lucio Silla e Idomeneo. Che assieme a pagine più celebri fungono da colonna sonora all'intera esposizione.
Il fatidico 27 gennaio milanese si proietta poi in avanti di qualche giorno con due concerti. Il 28 gennaio alle 17 e del 29 alle 11 vengono trasferiti nel Ridotto dei palchi due fortepiani Anton Walter (1789 e 1796) e il fortepiano Stein del 1794 della collezione Giulini. Gli stessi che furono protagonisti alcuni giorni fa di un memorabile incontro a Palazzo Reale. Davanti alla tastiera (di sole cinque ottave o giù di lì) Alain Planès, sul leggìo le Sonate K 332 e K 457 e fogli meno noti. Fantasie, rondò variazioni... Insomma musica di intrattenimento.
Vero protagonista dei due concerti mozartiani è il suono. Il medesimo degli strumenti di stessa marca e mano utilizzati da Mozart per comporre e in concerto. A latere la presentazine del volume Walter e Stein, gli strumenti di Mozart . Dedicato alla collezione di Fernanda Giulini e arricchito da contributi tra i quali ci piace ricordare quello di Giuseppe Barigazzi. Il collega scomparso, autore tra l'altro del bellissimo La Scala Racconta. Tra gli interlocutori della Sala Gialla, oltre alla Crespi e a Crivelli, il consulente artistico della Scala Fortunato Ortombina (che riassume il Mozart anche sinfonico della stagione in corso) e Salvatore Carrubba.

Già assessore alla cultura e ora nella veste di presidente del comitato per le celebrazioni mozartiane.

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