La Scala sciopera, la ricerca rischia il crac

La Scala sciopera, la ricerca rischia il crac

Lo sciopero dei sindacati contro la manovra colpisce anche la beneficenza. E si traduce in un danno di oltre un milione di euro per i ricercatori impegnati nella lotta contro l’Alzheimer. Il concerto fissato per domani sera alla Scala, organizzato dal comitato Negri Weizmann, è stato cancellato a causa dello sciopero di tre ore indetto da Cgil Cisl e Uil. Sciopero che, ahimé, coinvolge anche i lavoratori del Piermarini. «Il teatro alla Scala - recita la secca nota inviata agli organizzatori dello spettacolo benefico - si scusa per il disagio involontariamente arrecato». Punto, fine.
E pensare che tutto era pronto: l’orchestra (la Kremerata Baltica) e gli artisti (Gidon Kremer al violino, Mischa Maisky al violoncello e Louis Lortie al pianoforte). Sarebbe stata un’esibizione di alto livello musicale. E soprattutto avrebbe rappresentato, come accade da vent’anni a questa parte, un ottimo canale per raccogliere fondi da dedicare alla ricerca dei due istituti: il Negri e il Weizmann di Rehovot in Israele.
I ricercatori, che già devono fare i conti con i fondi risicati per la ricerca in Italia (l’1% del Pil, meno della metà rispetto agli altri Paesi europei), ora si trovano con un pugno di mosche in mano e saranno costretti a rallentare il loro lavoro contro l’Alzheimer. In laboratorio stanno mettendo a punto uno studio che mira a contenere l’evoluzione della malattia, riducendone quindi l’aggravarsi, e hanno più che mai bisogno di fondi per non stoppare un lavoro che sta facendo passi avanti importanti.
Oltre al danno la beffa. Il comitato, che ha organizzato l’evento e ingaggiato gli artisti, si trova con parecchie spese vive sul groppone, a cominciare dai costi di promozione: a giugno gli organizzatori hanno stampato e spedito l’invito al concerto a oltre mille persone, nei giorni scorsi hanno nuovamente inviato il materiale. E poi hanno già stampato oltre un migliaio di programmi di sala e sottoscritto contratti con gli sponsor. Dovranno anche rifare i conti sul bilancio di tutto l’anno a causa dei mancati introiti. Un biglietto costava dai 40 ai 400 euro e fra tutto si calcola che il danno ammonti a un milione tondo tondo di euro. E pensare che c’era il tutto esaurito, con tutti i 1.400 posti del teatro assegnati. Se non altro, magra consolazione, gli artisti ingaggiati rinunceranno al cachet, come accade per disdette di questo tipo.
L’amarezza è tanta, anche perché lo sciopero dei lavoratori dura appena tre ore e il concerto comincerebbe invece alle 20 di sera, a protesta terminata. Sarebbe quindi bastato un piccolo sforzo per non mandare all’aria i programmi: sarebbe stato sufficiente garantire sicurezza e maschere. E invece niente da fare, il teatro ha sospeso il servizio per tutta la giornata.
«La disponibilità dei lavoratori della Scala - fa notare Silvio Garattini, direttore dell’istituto Mario Negri - non avrebbe sicuramente potuto essere interpretata come un atto di crumiraggio. Dispiace che i sindacati dei lavoratori non abbiano saputo cogliere il valore universale di questa iniziativa, che non pregiudicava la loro legittima manifestazione di protesta». Ma che provoca una botta economica enorme ai due istituti di ricerche biomediche.


L’ipotesi di rinviare la serata benefica è pressocché impossibile: l’agenda dell’orchestra Kremerata baltica e degli artisti è talmente fitta di impegni che sarebbe impensabile trovare un’altra data utile. Niente da fare, per quest’anno sul concerto cala il sipario.

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