Scalata Rcs, in carcere il braccio destro di Ricucci

Gianluigi Nuzzi

da Milano

Il saccheggio dei conti di Magiste andava avanti da anni. Anzi, era iniziato nel 2002, quando Stefano Ricucci e i «furbetti del quartierino» erano ancora lontani dalle scalate della scorsa estate. Nove milioni di euro sottratti dai conti della holding immobiliare e accreditati su depositi svizzeri dell’ex odontotecnico di Zagarolo: è questa l’accusa che ha portato in carcere ieri sera Luigi Gargiulo, il braccio destro, l’uomo-ombra dell’immobiliarista che tentò la scalata al Corriere della Sera.
La Polizia valutaria della Guardia di finanza, su ordine della Procura di Roma, l’ha infatti arrestato con l’accusa di bancarotta fraudolenta per il dissesto di Magiste. Gargiulo avrebbe quindi avuto un ruolo centrale nel drenaggio finanziario delle risorse accumulate dalle società di Ricucci e portate poi al riparo all’estero, accreditandole sui conti di Magiste International. Da questa Gargiulo prelevava le risorse e le dirottava su due conti correnti svizzeri di Ricucci, uno aperto presso la sede di Bpl Suisse, costola elvetica della banca di Gianpiero Fiorani, l’altro presso Bim Suisse. Anche qui banche e protagonisti tornano spesso, visto che proprio la Bim era la società di intermediazione preferita da Ricucci per acquistare azioni di Rcs.
Il quadro accusatorio di Gargiulo si riflette anche su Ricucci, ancora oggi detenuto, e che sarebbe già indagato dai sostituti procuratori di piazzale Clodio per bancarotta fraudolenta. Una scelta inevitabile, visto che proprio Ricucci per l’accusa sarebbe stato il diretto beneficiario delle sottrazioni patrimoniali compiute da Gargiulo. Quest’ultimo aveva cercato di alleggerire il pressing dei magistrati, e dall’agosto scorso si era dimesso da diverse cariche societarie della holding, a iniziare da quella di consigliere della svizzera Magiste International.
Ma evidentemente la precauzione è servita a poco. Nell’ordinanza di custodia cautelare si accusa Gargiulo di aver anche occultato i documenti della società, le scritture più imbarazzanti del maquillage finanziario che i ragionieri di Ricucci effettuavano sui conti della holding. Documentazione che è stata ritrovata circa un mese fa nella controsoffittatura degli uffici di Magiste e perfino nell’imbottitura di due poltrone.
Ora gli inquirenti della Polizia valutaria, grazie anche alla deposizione di alcuni testimoni, ritengono che sia stato proprio Gargiulo a far nascondere queste carte per evitare che finissero in mano ai magistrati.


Per capire in che termini questo provvedimento cautelare influirà sulla detenzione di Ricucci, bisogna però attendere i primi interrogatori del suo fidato collaboratore, che dovrà decidere se e in che misura collaborare con gli inquirenti. Di certo l’accusa di bancarotta fraudolenta è ben più grave di quella già contestata al marito di Anna Falchi, e cioè di aggiotaggio sul titolo Antonveneta prima e Rcs poi.
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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