Roma - Il pg della Cassazione Mario Delli Priscoli - secondo quanto si è appreso - avrebbe deciso di acquisire le due ordinanze con cui il gip di Milano Clementina Forleo ha chiesto alle Camere l'autorizzazione a utilizzare 68 telefonate intercettate tra sei parlamentari e alcuni indagati nelle inchieste sulle tentate scalate ad Antonveneta, Bnl e Rcs. Il pg della Cassazione, assieme al ministro della Giustizia, é titolare dell'azione disciplinare.
Il pg della Cassazione, Delli Priscoli, ha preso parte oggi pomeriggio al plenum del Csm - convocato per la nomina di Vincenzo Carbone - durante il quale il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha richiamato i magistrati a non inserire negli atti processuali "valutazioni e riferimenti non pertinenti e chiaramente eccedenti rispetto alle finalità dei provvedimenti". Affermazione, questa, che è stata letta come un implicito riferimento alle ordinanze del gip Forleo.
L'acquisizione degli atti, oltre che dal pg della Suprema Corte, è stata chiesta l'altro giorno anche dal Guardasigilli Clemente Mastella. Una volta ricevuti gli atti da Milano, gli uffici del ministero della Giustizia li valuteranno per verificare se siano state compiute "abormità" tali da far rischiare al gip Forleo un'azione disciplinare. Tra i tecnici del ministero c'é chi sottolinea due possibili anomalie: nel chiedere l'autorizzazione al Parlamento per l'uso di intercettazioni, il gip opera su istanza delle parti (la procura in questo caso) e quindi non potrebbe utilizzare gli atti per altri fini, come invece avrebbe fatto Clementina Forleo affermando che i parlamentari intercettati (ma non indagati) avrebbero partecipato al disegno criminoso e non ne sarebbero stati semplici spettatori. In secondo luogo, il gip sarebbe andata oltre chiamando in causa persone terze (i parlamentari, appunto), non indagate dalla procura, che è l'unica titolare dell'azione penale.
Anche il pg della Cassazione farà la sua autonoma valutazione sulle due ordinanze del gip Forleo. Nel caso Delli Priscoli o Mastella dovessero ravvisare elementi per l'avvio di un'azione disciplinare, la questione arriverà all'attenzione del Csm che dovrà decidere in proposito.
Clementina, magistrato nella bufera E' la terza volta - in poco più di
due anni - che il gip di Milano Clementina Forleo, con le
osservazioni critiche che il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano ha riservato oggi, innanzi al plenum del Csm, ai
provvedimenti sulle intercettazioni delle scalate Antonveneta,
Bnl e Rcs firmate dal magistrato, finisce nella bufera politica.
Gennaio 2005 - Soprattutto dal centrodestra, compreso
l'allora presidente della Camera Pierferdinando Casini, si
alzano forti critiche per l'ordinanza con la quale il gup Forleo
faceva distinzione tra terrorismo e guerriglia, mandando assolto
un tunisino presunto appartenente a una cellula islamica. In
seguito la Cassazione confermò la custodia cautelare
dell'indagato e 'boccio' il 'teorema Forleo'. Al gup, però, i
toni e le parole usate nei suoi confronti dagli allora ministri
Roberto Castelli e Maurizio Gasparri non andarono giù e
presentò querele assistita dall'avvocato Giulia Bongiorno.
Luglio 2005 - Alterco tra il gup e alcuni poliziotti, a Milano, vicino a Piazza Duomo, per l'arresto - ritenuto irregolare dalla Forleo - di un immigrato trovato senza biglietto sull'autobus. "Lo rifarei una, cento, mille volte. Perché disprezzo la violenza in tutte le sue forme, soprattutto quando compiuta da forze dell'ordine", disse il magistrato attirandosi strali, soprattutto leghisti.
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