da Roma
La trattiva sulle pensioni, in particolare sullo «scalone», riprende fra martedì e mercoledì alla ricerca di un compromesso al ribasso. «Siamo ancora alle schermaglie», dicono alla Cisl. In realtà, però, si lavora intorno a una proposta minima che potrebbe essere accettata dai sindacati e persino dallala di estrema sinistra della maggioranza: aumento da 57 a 58 anni delletà di pensionamento anticipato, con 35 anni di contributi; e incentivi ai lavoratori perché rinviino il pensionamento (+1% di pensione ogni anno di slittamento), che varrebbero fino al 2010. Alla fine del 2010 si tirerebbero le somme, decidendo eventuali altri correttivi.
Su questa proposta concorda anche Rifondazione comunista. «Potrebbe essere un punto di mediazione - concede il segretario Franco Giordano - purché siano esclusi gli operai che stanno in fabbrica». Una limitazione non secondaria, visto che sono molti gli operai metalmeccanici fra i 130mila dipendenti privati direttamente interessati allo «scalone». Giordano critica duramente, inoltre, lintervento di Massimo DAlema agli incontri Cgil di Serravalle Pistoiese, in cui il ministro degli Esteri ha detto esplicitamente che per abolire lo scalone non ci sono i soldi: «È un intervento anti-unitario e conservatore», lamenta.
Così, mentre nella maggioranza si litiga, il governo cerca un punto dincontro coi sindacati e, allo stesso tempo, un compromesso con Bruxelles. La tegola lanciata dal commissario agli Affari economici Joaquín Almunia ha colpito duramente Tommaso Padoa-Schioppa. Non soltanto Almunia si è detto preoccupato per lincremento del rapporto deficit-Pil 2007 dal 2,3 al 2,5%. Ha anche chiarito che sulle pensioni lUnione non farà sconti allItalia. Alla Commissione non importa se i risparmi di spesa previdenziale sono ottenuti con lo «scalone» o con altri sistemi: limportante è che vengano garantiti. Del resto, più volte la Commissione ha invitato il governo Prodi ad attuare le riforme Dini e Maroni, cioè modificare i coefficienti di rivalutazione (come previsto dalla Dini) e aumentare letà pensionabile (come disposto dalla Maroni). Il compromesso a 58 anni costa molto, e Padoa-Schioppa difficilmente potrà tirar fuori altri conigli dal cilindro del bilancio pubblico. Il 9 luglio, alla riunione dellEurogruppo a Bruxelles, il ministro dellEconomia discuterà della questione con Almunia e con i ministri finanziari dei Paesi a moneta unica.
Si tratta di vedere se lintesa sulle pensioni arriverà prima o dopo quellappuntamento delicato. «Governo e parti sociali troveranno un accordo, ma sarà unintesa al ribasso, pericolosissima per la tenuta della spesa pubblica e per la sostenibilità stessa del sistema previdenziale», commenta Maurizio Sacconi. Lex sottosegretario al Welfare critica «il metodo di trattativa, concentrato soltanto sulla Cgil, e il cedimento ai ricatti interni da parte della sinistra radicale. In questa situazione - aggiunge il senatore di Forza Italia - è facile prevedere un risultato disastroso». Sacconi quasi difende il sindacato, che ha chiesto più volte al governo una proposta chiara su cui confrontarsi. «Invece - spiega - sono giunte proposte mobili, e i sindacati hanno avuto la sensazione di essere scavalcati a sinistra. Questo, ovviamente, ha complicato non poco la trattativa».
Martedì si riuniscono, inoltre, i vertici della Cgil, e sarà questa loccasione per una resa dei conti fra il segretario Guglielmo Epifani e lala sinistra del sindacato, guidata dai metalmeccanici.
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