Antonella Aldrighetti
Linchiesta della magistratura inquirente sulle truffe perpetrate dal 1998 al 2005 ai danni delle aziende sanitarie locali ha tenuto banco tra gli scranni del Consiglio regionale per lintera giornata di ieri quando, invece, era stata ormai calendarizzata la discussione degli atti per lapprovazione del bilancio 2006.
Già, ma lo spudorato meccanismo di fatturazioni false ai danni delle Asl Roma B, Roma C e Roma H, operato da insospettabili funzionari delle stesse aziende ha fatto sì che la giunta Marrazzo non perdesse loccasione per «buttarla in politica» al fine di «demonizzare» lamministrazione che lha preceduta cinque anni prima: la giunta Storace. È stato proprio il governatore Piero Marrazzo ad affermare di aver ereditato una «sanità da questione morale» quando invece, fuori dalle regole demagogiche, è noto che i mezzi a disposizione dellente territoriale non arrivano a controllare i dettagli dei flussi di fatturazione e scovare il malaffare organizzato e garantito da alcuni funzionari amministrativi delle aziende sanitarie. Quel malaffare dove ha potuto mettere mano solo la magistratura inquirente spulciando tra i falsi accreditamenti e le false prestazioni sanitarie.
La necessità di un distinguo tra politica e burocrazia è duopo e si fa strada nella successiva inderogabile formulazione di leggi e compendi che ha chiesto la stessa opposizione di centrodestra, peraltro avallata dallo stesso assessore alla sanità Augusto Battaglia quando ha chiaramente ammesso in aula che «gli stessi assessori, suoi predecessori - alludendo a Marco Verzaschi e Vincenzo Saraceni - non potevano sapere».
Sì perché non avevano i mezzi investigativi per controllare come, a tuttoggi, non li possiede neppure la giunta Marrazzo, ma sarebbe il caso di garantirli «per controllare i controllori e - ha detto Andrea Augello (An) vicepresidente del Consiglio regionale - la mancanza di questi non è una debolezza del Lazio ma di tutte le regioni: moltiplicando i centri di spesa aumentano le difficoltà nel controllare le uscite».
Il vicepresidente del consiglio regionale ha anche sottolineato che le indagini della magistratura partono dal 1998. «La situazione - ha precisato - attraversa infatti tre diverse legislature. Non per niente alcuni manager sono stati riconfermati nel corso degli anni, come Cosimo Speziale prima, con Badaloni, direttore sanitario della Asl Rma poi, con Storace, direttore generale della Asl Rmb ed evidentemente neanche caduto in disgrazia con lattuale giunta visto che è lunico a non aver fatto ricorso».
Ed ecco che arriva una proposta per «tirare i remi in barca» affinché «la politica recuperi il controllo del settore sanitario per porre riparo alleccesso di aziendalizzazione; quindi pensare - ha sottolineato il capogruppo di Forza Italia, Raffaele DAmbrosio - a ridurre il sistema di autonomie e proporre al futuro Parlamento di rivisitare la legislazione sulle Asl».
«Al di là dei buoni propositi - ha aggiunto lesponente azzurro - serve concretezza: una proposta legislativa di Giunta, forse con il risultato di una centralizzazione ma certo con effetti positivi su cui lopposizione sarebbe attenta». Propositi quelli del capogruppo di Forza Italia che non si discostano troppo dalla proposta di legge che ha annunciato di voler presentare il consigliere dellUdc Anna Teresa Formisano per intensificare i controlli sulle Asl e aziende ospedaliere.
«Il punto è proprio la riduzione del numero delle Asl stesse, accorpate tra di loro, in particolare a Roma e provincia: in questo modo - ha precisato Formisano - soggetti erogatori e centri di spesa si ridurranno e sarà possibile così attuare un controllo più serio e trasparente sulle attività delle stesse Asl». Un nodo che potrà essere sciolto se, e solo se, si giungerà a unintesa dampio respiro che già, nella stessa maggioranza di sinistra è così aleatoria.
E per misurare la forza di coesione della giunta ulivista il capogruppo della Lista Storace, Fabio Desideri, ha proposto che «la regione, in merito alle frodi sulle Asl, si costituisca in giudizio per garantire cittadini e utenti».
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