nostro inviato a Washington
Il «caso Wolfowitz» continua a mettere in ombra i contenuti degli incontri primaverili del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, in corso nella capitale americana. Il futuro del presidente della World Bank, accusato di avere favorito con promozioni e aumenti di stipendio la propria compagna Shaha Riza, anch'essa dipendente dell'istituzione internazionale, è al centro delle discussioni informali fra i ministri finanziari dei principali Paesi, riuniti a Washington per il G7. Le pressioni per le dimissioni di Wolfowitz aumentano, ma a sostegno dell'ex vicesegretario alla Difesa americano è scesa in campo direttamente la Casa Bianca. «Il presidente Bush ha piena fiducia in Paul Wolfowitz e nel suo lavoro», ha dichiarato un portavoce. Era stato personalmente Bush a nominare Wolfowitz, poco meno di due anni fa, alla guida della Banca mondiale, superando non poche polemiche. Evidentemente, il rapporto di fiducia è rimasto intatto.
L'appoggio della Casa Bianca è molto importante, ma potrebbe non essere sufficiente a salvare Wolfowitz. Giornali come il Financial Times e il Washington Post ne chiedono apertamente le dimissioni. Lo staff della Banca lo contesta in maniera plateale. E molti azionisti di spicco, come la Francia e altri Paesi europei, sono contrari a prolungare il mandato di un presidente «anatra zoppa». In un comunicato, il board dei direttori della Banca mondiale ha assicurato che «si muoverà rapidamente per raggiungere una conclusione sulle possibili azioni da intraprendere» nei confronti del presidente. «Stiamo seguendo con attenzione la vicenda - conferma il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, che giovedì ha incontrato Wolfowitz nella capitale americana - anche se per ora non c'è una determinazione esatta. La Banca ha pubblicato una documentazione che stiamo esaminando: spero che il caso si risolva rapidamente», aggiunge.
C'è da scommettere che il caso Wolfowitz sia stato discusso, anche se «fuori agenda» e in via informale, nella riunione serale dei ministri finanziari del G7. Del resto, l'andamento positivo dell'economia mondiale, che secondo le previsioni Fmi dovrebbe crescere quest'anno al 4,9%, non offre particolari spunti di preoccupazione. Di sicuro non è preoccupato il ministro tedesco Peer Steinbrueck, che ha preferito non interrompere le vacanze in Africa per partecipare al summit. Secondo il segretario al Tesoro Usa Henry Paulson, lo stesso rallentamento dell'economia americana sarà limitato «e già dalla metà del 2007 potremo dire che il peggio è passato». Un riequilibrio di crescita fra le diverse aree del mondo non dispiace al cancelliere dello Scacchiere britannico Gordon Brown: «Abbiamo sempre desiderato di volare con più ali», commenta.
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