Dieci anni di reclusione per Camillo Naggi, 6 per Carmen Gocini e 4 per Giancarlo Conti. Queste le richieste di condanna invocate dallaccusa al processo con rito abbreviato relativo al cosiddetto «scandalo dei fallimenti». Processo stralcio che vede di nuovo imputata la commercialista Gocini, accusata di aver sottratto almeno 75 miliardi di lire in dieci anni dalle procedure fallimentari di cui era curatrice, e che è già stata condannata con rito abbreviato a 8 anni di reclusione per altri fallimenti gonfiati.
Naggi è il titolare dello studio in cui lavorava la commercialista, mentre Conti è il direttore generale della banca Credieuronord dove sarebbero transitati circa 13 milioni di euro, provento dei fallimenti gonfiati. I tre imputati sono accusati a vario titolo di peculato, riciclaggio e falso.
Ludienza preliminare continua dunque parallelamente nei confronti dei fratelli Angelino e Caterino Borra, ex proprietari di Radio 101 accusati di aver ricevuto parte del denaro distratto da Gocini dalle procedure fallimentari, e di Alfredo Molteni, ex direttore responsabile di sala e delle segnalazioni antiriciclaggio dellistituto di credito. Anche i due Borra hanno già ricevuto una precedente condanna a 8 anni di carcere per episodi analoghi. Il giudizio era stato emesso con rito abbreviato nel 2004 e confermato in secondo grado lo scorso 3 novembre dalla quarta corte dappello.
I pm Riccardo Targetti, Giulia Perrotti e Margherita Taddei contestano a Conti e Molteni di aver consentito ai Borra di versare assegni anche circolari derivanti dal peculato, per poi trasferirli su altri conti creati per far perdere le tracce della provenienza dei soldi. Date le dimensioni della banca, sostengono i magistrati, non è possibile ipotizzare che i due dirigenti fossero alloscuro di tutto. I fatti contestati agli imputati risalgono fino al 1995.
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