Gian Piero Scevola
da Roma
Francesco Saverio Borrelli non lascia la presa, anzi raddoppia. Perché dopo Massimo Moratti e le sue spiegazioni poco convincenti nell’incontro di martedì, adesso il capo ufficio indagini Figc cala un altro asso: Gianluigi Buffon. Il portierone mondiale, subito dopo la gara con la Georgia, dovrà presentarsi davanti all’ex procuratore capo di Milano per rispondere della vicenda relativa alle scommesse e alle puntate clandestine. Nessuna connessione tra i due casi, andiamo perciò per ordine partendo dalla clamorosa indiscrezione che potrebbe portare al deferimento di Buffon e ad una lunga squalifica.
Il valore aggiunto di Borrelli e il suo prestigio nell’ambito giudiziario ha fatto sì che le Procure di Parma, Torino e Udine gli abbiano trasmesso gli atti istruttori con i verbali degli interrogatori. E qui Borrelli estrae la sorpresa dal magico cilindro con un superteste che potrebbe inguaiare e mettere spalle al muro i vari Buffon, Iaquinta, Maresca, Iuliano e altri giocatori dell’Udinese che si divertivano a scommettere. «Mi chiamavano tra il primo e il secondo tempo», la rivelazione sconvolgente di questo personaggio misterioso, un bookmaker.
Borrelli aspettava solo di avere in mano le carte giuste (così come le sta aspettando dalla procura di Milano per mettere ko anche Moratti sul caso Telecom-intercettazioni) e proprio lunedì scorso, in tutta segretezza, sono stati interrogati in via Allegri gli ex juventini Iuliano e Chimenti. Domani o dopo toccherà all’altro ex bianconero Maresca, ora in forza al Siviglia e venerdì 20 settembre sarà la volta di Buffon e Vincenzo Iaquinta (torneranno giovedì mattina dalla Georgia e Borrelli vuole lasciarli riposare e «meditare» per almeno mezza giornata). Le carte in mano all’Ufficio indagini sono davvero compromettenti e, se fosse provato il coinvolgimento dei giocatori e di Buffon in particolare (accanito scommettitore, come lui stesso ha confessato a Borrelli quando era stato sentito prima di partire per i mondiali in Germania), in caso di deferimento alla Procura federale le sanzioni potrebbero essere pesantissime: da un minimo di un anno e mezzo di inibizione, secondo le recenti norme regolamentari inasprite proprio per chi scommette, ad almeno tre anni, una squalifica da far chiudere la carriera, o quasi.
Ma non deve stare tranquillo neppure Massimo Moratti, perché anche in questo caso Borrelli ha pronto un superteste: l’ex arbitro Danilo Nucini che, non essendo più un tesserato, lunedì scorso non ha risposto alla convocazione dell’Ufficio indagini, ma ora ci sta ripensando. Nucini ha chiesto una pausa di riflessione, non rilascia interviste, teme per l’incolumità personale e della sua famiglia («I tifosi non sono tutti regolari» ha dichiarato), ma non vuole passare per spione dopo il colloquio con Giacinto Facchetti nel dicembre 2002 quando gli comunicò i sospetti su De Santis e sulla combriccola romana, tutti personaggi legati a doppio filo con Luciano Moggi. Ecco allora la garbata risposta a Borrelli: voglio ripensarci, deciderò io quando e se rilasciare una memoria su quell’incontro e sul successivo in Procura a Milano davanti al pm Ilda Boccassini (dove però Nucini fece scena muta, negando tutto). Insomma, il caso Inter è solo all’inizio, Borrelli (ma anche i pm milanesi) vogliono sapere se il «dossier ladroni» è stato davvero commissionato dall’Inter o se invece è stata una iniziativa personale di Tavaroli e Cipriani.
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