Massimo Malpica
Gian Marco Chiocci
Quarantaquattro nomi, mica quattro gatti: alcuni eccellenti, altri sconosciuti. Sono gli indagati nell’inchiesta «Last Bet», nata dall’avvelenamento dei calciatori della Cremonese con benzodiazepine per poi espandersi, fino a coinvolgere la serie A. Erano quarantasette, ma tre dei primi quattro indagati (Ferrante, Bresciani e Pedrini) scompaiono nella richiesta di iscrizione del pm, datata 16 maggio. Il quarto era Paoloni, il portiere della Cremonese. Ecco, uno per uno, chi sono e quale ruolo attualmente ricoprono nell’inchiesta i protagonisti dell’inchiesta sul calcio sporco.
Massimo Erodiani. Per i pm, questo 36enne pescarese, ex portiere di calcio a 5 e titolare di un’agenzia di scommesse (formalmente intestata a Francesca La Civita, anch’essa indagata), è uno dei vertici dell’organizzazione. Sarebbe lui a tenere le fila dei giochi: gli vengono contestate diciassette partite in odore di combine. Da ieri Erodiani è ai domiciliari, come pure Marco Pirani. Il dentista 55enne, ex accompagnatore dell’Ancona, è per i pm un altro dei big dell’organizzazione: ha collaborato coi pm parlando di cinque società di A coinvolte, Cagliari, Lecce, Roma, Fiorentina e Genoa.
Molti dei suoi clienti sono nel mondo del calcio, e come Erodiani è considerato coinvolto in 17 match truccati. In contatto solo con lui il portiere di calcio a 5 Gianluca Tuccella, indagato per 6 incontri combinati. Marco Paoloni, 27enne portiere di Civitavecchia, cresciuto nella Roma, nell’ultima stagione gioca prima a Cremona e poi a Benevento. È accusato di aver somministrato sedativi ai compagni grigiorossi, e di essersi «venduto» (o di averci provato) un po’ di partite delle sue squadre, oltre che di aver tentato di organizzare altre combine, tra cui il flop di Inter-Lecce. Lui sostiene di aver soprattutto millantato, di non aver avvelenato nessuno e di non essersi venduto alcun match dei dieci che gli vengono contestati. Antonio Bellavista, ex centrocampista 33enne, cresciuto nel Bari, secondo gli inquirenti è l’«anello di congiunzione» tra l’organizzazione e due gruppi di scommettitori-finanziatori: gli «zingari» e i «bolognesi».
Per il pm, oltre a scommettere (anche col suo amico Fabio Daledo, indagato pure lui, con precedenti per scommesse clandestine con i cavalli) è coinvolto in prima persona in almeno 7 match combinati, ed è accusato di estorsione ai danni di Paoloni. Mauro Bressan. Già compagno di squadra di Bellavista al Bari, famoso per un favoloso gol segnato al Barcellona con la maglia della Fiorentina nel ’99, secondo i pm - che gli contestano un ruolo in almeno due partite truccate - è il referente del gruppo di scommettitori chiamati «zingari»: da due giorni è tornato libero. Almir Gegic. Attaccante 32enne non molto prolifico, compagno di squadra di Bressan nel Chiasso, secondo gli inquirenti è il leader degli «zingari» ed è coinvolto nella manipolazione di tre match. Vittorio Micolucci. Difensore dell’Ascoli, 28 anni, ex compagno di Bellavista a Bari, è in contatto con il dentista-scommettitore Pirani, e i pm gli contestano tre combine in serie B, due delle quali della sua squadra. Micolucci è protagonista di una intercettazione-choc, nella quale chiede scusa a Pirani per non essere riuscito a far perdere l’Ascoli contro l’Atalanta. Gianfranco Parlato è invece un collaboratore dell’Esperia Viareggio, 41enne ex difensore, ha giocato anche in serie A con la Reggiana.
Considerato dagli inquirenti una figuria «primaria» dell’inchiesta, avrebbe avuto un ruolo nella manipolazione di nove incontri di calcio. Anche a lui, che era in carcere, due giorni fa sono stati concessi i domiciliari Indagati anche i suoi fratelli Roberto e Valentino: avrebbero scommesso su «dritte» di Gianfranco, sapendo che erano combine. Giuseppe Signori. «Beppegol», 43 anni, uno dei bomber più prolifici di sempre della serie A, è finito nell’inchiesta perché ritenuto a capo dei finanziatori «bolognesi». Mai intercettato direttamente (ma fotografato in occasione di un summit a Bologna, in occasione del quale Signori scrive su un pizzino le condizioni per scommettere di «quelli di Singapore»), secondo il pm è coinvolto nella pianificazione di tre partite: Atalanta-Piacenza, Inter-Lecce e Benevento-Pisa. Nelle intercettazioni, tutti sembrano temerlo.
Cristiano Doni. Bandiera dell’Atalanta, il 38enne calciatore secondo i pm è «coinvolto pesantemente» dalle intercettazioni dei protagonisti dell’inchiesta, soprattutto per alcune gare giocate dagli orobici. Ma «mancano telefonate in cui sia lui stesso a sviluppare conversazioni», aggiungono gli inquirenti, che alla fine hanno deciso comunque di indagarlo. Stefano Bettarini. Il 39enne ex marito di Simona Ventura, che ha nel suo palmares anche una presenza in nazionale (e precedenti per scommesse), è indagato per due match ed è considerato dagli inquirenti un forte scommettitore: tantissime telefonate e soprattutto sms lo riguardano. Vincenzo Sommese. 34enne centrocampista, in forza all’Ascoli ma fuori rosa, Sommese è indebitato soprattutto con Pirani (al quale cede il quinto dello stipendio). Partecipa, secondo i pm, alla manipolazione di 8 match. Ivan Tisci. Ex centrocampista di Genoa, Vicenza e Pescara, quest’anno al Sapri, Tisci è in contatto con Erodiani e Bellavista, e per i pm collabora a tre combine. Si è ritirato dal calcio giocato il 2 giugno, con una partita amichevole a cui ha partecipato anche Bobo Vieri a Milano Marittima. Alex Perderzoli. Centrocampista di 27 anni in forza all’Ascoli, è in contatto solo con Parlato con il quale, secondo i magistrati, tratta la manipolazione di Livorno-Ascoli e Benevento-Cosenza. Carlo Gervasoni. Difensore 29enne, in forza quest’anno alla Cremonese e poi al Piacenza, oltre a essere parte lesa per l’«avvelenamento» di Cremonese-Paganese (si schianta in auto dopo aver assunto il Minias, per fortuna senza conseguenze) è uno degli ultimi a essere iscritti nel registro degli indagati: nel mirino soprattutto Atalanta-Piacenza. Daniele Quadrini.
L’attaccante 30enne del Sassuolo, indagato perché avrebbe preso soldi per giocare a perdere in Siena-Sassuolo 4-0, è al centro di un giallo, insieme all’attaccante del Lecce Daniele Corvia (quest’ultimo tirato in ballo per Inter-Lecce, ma non indagato). Quadrini, secondo l’inchiesta, «tratta» la combine con Erodiani, presentato da Paoloni, parlando su Skype. Paoloni stesso, però, avrebbe ammesso di aver creato account fittizi per spacciarsi per Quadrini e per Corvia e convincere Erodiani che le combine erano fatte. Tanto che entrambi (Corvia e Quadrini) avevano presentato un esposto per estorsione settimane prima degli arresti. C’è però una conversazione intercettata tra Paoloni e Quadrini del 23 marzo, poco prima di Siena-Sassuolo, in cui il portiere gli chiede «se c’era margine di fare qualcosa» e i due decidono di sentirsi «sul computer». Michele Cossato. Il 41enne ex calciatore del Chievo e dell’Hellas è indagato perché avrebbe ricevuto indicazioni da Parlato sulla combine di Benevento-Cosenza, per scommettere a colpo sicuro. Claudio Furlan. Il 35enne portiere del Portogruaro è indagato perché, con Parlato, avrebbe «trattato» la combine di Benevento-Viareggio. Daniele Deoma.
Ex calciatore nelle serie minori, il 39enne ds del Bellaria Deoma è indagato perché in contatto con il suo omologo ravennate, Buffone, «dal quale apprendeva gli eventi combinati sui quali scommettere». Giorgio Buffone. Ds del Ravenna, 56 anni, indagato con presidente e vicepresidente della stessa squadra, Gianni Fabbri e Antonio Ciriello, e con l’allenatore Leonardo Rossi (per la tentata combine di Alessandria-Ravenna, per la quale è indagato pure il presidente dei piemontesi, Giorgio Veltroni). Del Ravenna è indagato anche l’allenatore dei portieri, Nicola Santoni, coinvolto per Atalanta-Piacenza e Ravenna-Spezia. Buffone, anche lui da due giorni ai domiciliari, per i pm è «contatto» tra società e calciatori per la manipolazione di nove incontri. Legati a Buffone, e indagati, anche Ismet Mehmeti e Antonio Shytaj, albanesi, ritenuti dai pm i referenti per le scommesse all’estero del ds ravennate.
Manlio Bruni e Francesco Giannone. I due commercialisti di Beppe Signori sono considerati dagli inquirenti organici agli scommettitori «di Bologna», e vengono loro contestati 4 match combinati. Il primo, che era ai domiciliari, ora ha solo l’obbligo di firma. Il secondo è passato dal carcere ai domiciliari. Legati invece a Parlato sono Pietro Bassi (definito «informatore amico del Ds della Nocerina», che passa a Parlato in anticipo 4 risultati esatti, tra cui Brescia-Bologna), Fioravante Genovese, Giampaolo Tagliatti, Gaetano Ruotolo e gli ex calciatori Massimiliano Longhi (compagno di Parlato nel Matera) e Alessandro Ettori.
Dell’«aliquota milanese» fanno parte, infine, Ivan Vittorio Berardi, 49enne, detto «Lupo», Giuseppe Padula, 39 anni, Pierluigi Andrea Pezzali, 44enne, e Andrea Gaiti, 36 anni.Ma ci sono tanti «mister x» ancora non identificati. Come Fabio «il bello» di Milano. O come l’uomo che Bellavista dice agli zingari di aver «convinto» per 400mila euro. La lista, insomma, potrebbe allungarsi.
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