Emiliano Leonardi
Quattro inni, due cantati sulla sponda romanista del Tevere da Lando Fiorini e Antonello Venditti, gli altri dallaltra parte, Vola Lazio vola e Non mollare mai. Che è lultimo dei canti da stadio in ordine cronologico, ma il primo in versione rock, visto e considerato che i precedenti hanno comunque una musicalità romantica. Un motivo dorgoglio per Francesco Scarcelli, autore del brano, che in realtà era nato come un canto per gli «Irriducibili». Scarcelli lazialissimo è un apprezzato musicista che spesso i nottambuli vedono in tv al fianco di un altro tifoso laziale doc, Gabriele La Porta.
Quando è nato «Non mollare mai»?
«Purtroppo debuttò allo stadio Olimpico nella sera del derby perso 5 a 1. In compenso è stato anche quello che ha accompagnato la conquista dellultima coppa Italia vinta dalla Lazio».
Se linno ha resistito, significherà pure qualcosa. O no?
«Il fatto stesso che un canto destinato a un gruppo di fan della squadra sia diventato linno ufficiale, non può che farmi piacere».
Questa musica è stata cantata anche fuori dallo stadio.
«Sì. Venne cantata in Vaticano, sotto le finestre di Giovanni Paolo II quando il Papa ci stava per lasciare. Poi, ogni domenica, la canticchia Simona Ventura durante Quelli che il calcio».
Cosa rappresenta la canzone per lei?
«Qualcosa di cui andare fiero. Anche perché è lunico canto da stadio in versione rock».
Lei ha portato la sua musica, o meglio, il suo stile musicale in televisione e alla radio. Di notte alla Rai. E poi?
«Sono cinque anni che faccio parte della squadra di Guido De Angelis, nella storica Lazialità in tv. E poi in radio, dove più che i suoni ho portato la mia voce e soprattutto la mia passione per la Lazio».
Tifoso della Lazio. Ma fino a che punto?
«Fino al punto di aver vissuto la curva, sia nei momenti belli che in quelli brutti. E poi...
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