Eni al 5% di Snam? «Limportante è che loperazione porti vantaggi agli azionisti e non indebolisca la società». Lamministratore delegato Paolo Scaroni taglia corto con chi gli chiede un commento sulle dichiarazioni di fonte parlamentare a proposito della quota massima di Rete gas che il governo lascerebbe al Cane a sei zampe: «Quando esco il 5 o il 10 o zero per cento non mi importa: il nostro mestiere non è di avere partecipazioni, ma è di controllare aziende e se non le controllo il 5-10 o il 2% non mi interessa». Ma «questa discesa - aggiunge - deve avvenire in modo da non danneggiare gli azionisti Eni. Gli azionisti Eni devono vendere bene. Gli azionisti Snam sono interessati a sapere quante azioni sono in circolazione e come saranno in circolazione».
Poi, lad di Eni torna alle trattative sul prezzo del gas, cioè il tema che lha portato a Bruxelles, dove ha incontrato il commissario Ue allenergia Gunther Oettinger e si è parlato soprattutto di Gazprom. «Abbiamo un rapporto che dura da 60 anni, siamo i più grandi compratori di gas e sono fiducioso che si trovi unintesa nel giro di un paio di mesi: ma non pensate che ci siano molti coltelli dalla parte del manico, Gazprom ha di fronte a sè il mondo per vendere il suo gas», ha concluso Scaroni.
Ma nelle stesse ore, Snam ha compiuto un passo importante sulla strada dellespansione internazionale, che ne farà uno dei maggiori fornitori di gas per lintera Europa. Insieme alla belga Fluxys, infatti, ha rilevato da Eni il 16,41% di Interconnector, proprietario del gasdotto sottomarino che collega il Regno Unito col Belgio, il 51% del terminal di Interconnector Zeebrugge (Belgio) e il 10% delloperatore Huberator.
In pratica, questo significa la possibilità di attingere ai giacimenti inglesi secondo le esigenze («spot», per usare lespressione tecnica), senza bisogno di contratti blindati con i grandi gasdotti, come quelli russi, libici o algerini. In caso di nuova emergenza, poi, sarà possibile far circolare il metano in una sorta di «autostrada» tra lItalia e lEuropa, come ha spiegato lad di Snam, Carlo Malacarne.
«Questo è un beneficio sia per la sicurezza dellapprovvigionamento sia per una competizione sul prezzo», ha detto: «linvestimento di un miliardo e mezzo che abbiamo a disposizione sarà dedicato alla creazione di questo passaggio dal centro Europa allItalia con nuove infrastrutture», ha aggiunto.
E loperazione, che dovrebbe essere completata entro la seconda metà del 2012 e prevede una spesa di 150 milioni di euro, non resterà certamente unica. Non solo infatti «la discesa di Eni non cambia le nostre strategie - ha detto Malacarne -, ma può favorire la nostra politica di espansione in Europa».
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