Li stanno contattando via mail o attraverso le telefonate (50mila solo in questi giorni), li stanno ripescando da archivi che risalgono fino al 2002. Ma l’appello è rivolto a tutti i cittadini: a Milano manca il sangue, sono diminuite le donazioni, ma soprattutto i donatori. I numeri dell’Avis parlano chiaro. Solo per il mese di agosto rispetto alle 749 sacche raccolte nello scorso anno si è registrato una diminuzione di 104 donazioni. Un dato che arriva fino a un meno 296 se si considerano i primi dieci mesi dell'anno rispetto al 2008.
«I volontari sono al lavoro per contattare il maggior numero di donatori disponibili, stiamo andando nelle università per sollecitare i giovani, ma certo 300 sacche in meno, il 15 per cento, sono davvero tante» ha dichiarato il presidente dell’Avis Milano Sergio Casertelli. Alla preoccupazione per gli ospedali che sono già in lista d’attesa per ricevere sangue se ne aggiunge un'altra, temuta e ormai alle porte, l’influenza A. «Chiariamo subito che si tratta di un’influenza come un’altra - dice Casertelli - ma purtroppo molto contagiosa. Sommata all’influenza stagionale potrebbe mettere a letto nei prossimi mesi oltre la metà dei milanesi. Chi ha avuto l’influenza A può tranquillamente venire a donare, ma per esperienza sappiamo che di solito i donatori aspettano di essersi rimessi in forma e dunque la maggior parte potrebbe saltare almeno una donazione».
Uno scenario che all’Avis guardano con preoccupazione per le possibili conseguenze e a cui stanno cercando di porre rimedio. «L’idea a cui stiamo lavorando con l’assessorato regionale alla sanità è quello di vaccinare tutti i donatori periodici - spiega Casertelli -, nei prossimi giorni speriamo di avere il benestare della Regione». E intanto? «Intanto facciamo appello alla coscienza civica dei milanesi. Donare il sangue non è un hobby, è un dovere di tutti. Oggi aiuti un altro, ma domani potrebbe essere un altro ad aiutare te».
Secondo una studio della Croce rossa italiana il 75 per cento degli uomini e il 50 per cento delle donne può donare (4 volte l'anno i primi, 2 le seconde).
Purtroppo la diminuzione dei donatori di sangue è anche legata alla chiusura delle grandi aziende milanesi. La Alfa Romeo e la Innse per citare quelle più grosse. Qui l’Avis in accordo con le amministrazioni aziendali arrivava con l'unità mobile e tutti i lavoratori potevano fare la propria donazione senza dover andare nei punti di raccolta sangue cittadini. «Stiamo bussando a tutte le aziende milanesi, anche alle micro realtà. Al momento hanno risposto sì in settanta - spiega ancora Casertelli -. Ma purtroppo ancora non bastano». Tutti i maggiorenni in buona forma fisica possono presentarsi nei punti di raccolta Avis o direttamente negli ospedali. Ricordiamo che prima di fare la donazione si viene sottoposti a visita medica per valutare lo stato di salute fisica.
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