RomaCome tanti professori precari ha insegnato in numerosi istituti della capitale. Andando dove lo chiamavano. E di scuola in scuola è finito al liceo scientifico Cavour, alle pendici di Colle Oppio. Proprio nel centro di Roma. Una scuola come unaltra per Giovanni Scattone, che da sei anni insegna storia e filosofia negli istituti superiori della sua città. Se non fosse per un dettaglio tuttaltro che insignificante. Il liceo Cavour è proprio listituto frequentato da Marta Russo, la ragazza colpita alla testa da un colpo di pistola sparato da una finestra della facoltà di Legge della Sapienza il 9 maggio del 97. Per la cui morte è stato condannato lo stesso Scattone con limputazione di omicidio colposo. La coincidenza riconsegna, quindi, alla ribalta uno dei protagonisti del processo per luccisione di Marta Russo (morta, dopo cinque giorni di coma, il 14 maggio). «Mi sento perseguitata dal destino» è il primo commento della madre di Marta. «Ma tanto è inutile - sospira Aureliana Russo - perché non ci si può far nulla». Interpellata dai cronisti, la preside dellistituto minimizza la portata della «coincidenza» e sottolinea come tutto sia avvenuto secondo i termini di legge. «Pur partecipando al dolore della famiglia Russo, e condividendo la perplessità dellopinione pubblica - spiega Tecla Sannino- in qualità di dirigente scolastico e rappresentante legale dellistituto, sono tenuta a rispettare la sentenza della Cassazione e le normative vigenti che prevedono nomine di docenti supplenti secondo le graduatorie provinciali, curate dallufficio territoriale». «A inizio anno scolastico - racconta ancora la mamma di Marta Russo - abbiamo ricevuto le telefonate di tanti genitori sconvolti e indignati per il fatto che questa persona insegnasse ai loro figli. Ma la legge glielo permette e noi non possiamo fare nulla». Non tutti però la pensano così. Gli studenti del professor Scattone, ad esempio, offrono unopinione differente. «Un ottimo insegnante, preparato e disponibile» questo è quanto ripetono i ragazzi della quinta E. «Sappiamo perfettamente del suo passato - aggiungono - . Ma è un bravo professore. Viene in classe con il pc, ci fa vedere video e interviste sui filosofi, ci dà le schede delle lezioni». Si dividono, invece, gli insegnanti. «Il problema è un altro - spiega Franco Lombardi, professore di scienze -. Andrebbero riviste le norme che consentono situazioni paradossali come questa». Intanto di Scattone come professore si sa che è molto discreto e scrupoloso, attento a mantenere un basso profilo per non alimentare polemiche. Che già si fecero sentire al suo esordio dietro una cattedra nellottobre del 2005 quando approdò allo liceo scientifico Primo Levi. «Mi dovrei astenere dallinsegnamento? E perché? Io mi sono sempre dichiarato innocente - replica Scattone - . Faccio supplenze. Tutto qua. Vado dove mi si chiama. Sono un precario sposato con uninsegnante anchessa precaria».
Quanto a polemiche anche in altri istituti per la sua presenza risponde: «Non mi risulta. Lunica polemica fu innescata sei anni fa da un quotidiano. Mi si contestava lopportunità di insegnare. In tutti questi anni, però, tra i colleghi e gli studenti non ho mai registrato contestazioni di sorta».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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